La recensione su The Dead Room

Una storia vera, o così viene detto all'inizio, che in realtà pare essere piu' una leggenda facendo qualche ricerca. Ambientato in Nuova Zelanda (ma l'ambientazione non è rilevante, poteva essere ovunque), si svolge tutto all'interno di una piccola casa sperduta nelle campagne e abbandonata da qualche tempo a causa di manifestazioni misteriose e spaventose.  I proprietari se ne sono andati in fretta e furia, come da tradizione, ed arrivano i tre protagonisti della storia, ricercatori e studiosi di fenomeni soprannaturali. Si tratta di tre archetipi:  un tecnico audio/video dalla mentalità aperta, un esperto di spiritismo e poltergeist che è il piu scettico sulla natura soprannaturale di certe manifestazioni e cerca una spiegazione scientifica agli eventi, una giovane sensitiva  che non ha molta esperienza e che non sembra molto a proprio agio con i propri poteri ma crede fermamente nell'esistenza dei fantasmi. Situazione di leggero conflitto tra questi ultimi due, infatti mentre la ragazza ha un approccio piu' tradizionale, con tanto di ammennicoli per rituali di esorcismo,  l'esperto ha praticamente sempre risolto i casi seguiti con una semplicissima spiegazione (tubi rotti che fanno rumore, truffe e simili) e che comunque ritiene, nelle rarissima eventualità in cui si tratti di vere manifestazioni spiritiche, che sia un fenomeno spiegabile con la fisica, e che queste entità siano materiali. Ha recentemente ideato, proprio in virtu' di questa sua teoria, una macchina che sfruttando le onde sonore dovrebbe disintegrare l'energia di cui sono composti i presunti poltergeist, e vuole metterla alla prova.

Fin qui tutto già visto e sentito. La storia parte lenta e sembra che la breve durata dell'opera non favorisca la costruzione di qualcosa di interessante. Invece la forza del film sta proprio nella sua classicità e nel crescendo della suspance, fornendo man mano elementi che incuriosiscono e fanno venir voglia di scoprie qual'è il segreto che la casa cela, come in un racconto di Algernon Blackwood o  di W.H. Hodgson (anche se manca l'atmosfera e il sapore gotico che questi scrittori sapevano creare).

Data la brevità della storia i personaggi non vengono molto approfonditi, così come i loro conflitti, e anche il finale poteva essere sviluppato in maniera piu' accurata mentre arriva quasi di sorpresa. Ma anche questa apparente pecca può essere un punto di forza: quando tutto sembra finito arriva il colpo di coda che lascia abbastanza spiazzati. Un colpo di scena che col senno di poi non è certo nuovo, ma che durante il film non ti aspetti e quindi coglie nel segno. 

Nonostante personalmente abbia avvertito in questa fine un pochino di fretta (avrei preferito che fosse dedicato un pò piu' spazio alla scoperta finale) devo dire che l'autore riesce così ad evitare che gli spettatori capiscano in anticipo e fa di alcuni clichè dei momenti chiave del racconto e della sua conclusione. Personalmente avrei tolto del tutto gli ultimi cinque secondi ma questo è un difettuccio decisamente veniale.

Al film manca qualcosa per essere considerato un piccolo gioiello (un pò di atmosfera in piu' non avrebbe certo guastato, per fare solo un esempio), ma merita una visione per chi vuole passare un'ora in compagnia di una tradizionale storia di fantasmi vecchio stile.