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L'isola del tesoro

Regia di Byron Haskin vedi scheda film

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La recensione su L'isola del tesoro

di marcopolo30
6 stelle

Versione piuttosto scorciata ma comunque fedele del celebre, omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson. Non ne è questa firmata Byron Haskin la migliore trasposizione cinematografica, ma offre comunque spettacolo e una grande prova attoriale di Robert Newton.

Versione piuttosto scorciata, sebbene ragionevolmente fedele, dell'omonimo, immortale romanzo per ragazzi firmato Robert Louis Stevenson. In effetti, dettagli a parte, l'unica differenza di peso sta nel finale, ed eviterò quindi di addentrarmi in ulteriori spiegazioni a tal proposito per evitare odiosissimi spoilers (poco importa, a mio modo di vedere le cose, che il film abbia 3 giorni o 70 anni di vita: se un film non l'hai visto uno spoiler è sempre uno spoiler). Non è questa firmata Byron Haskin e prodotta da Disney né la prima né la miglior versione cinematografica del sopracitato pezzo di letteratura. Anche senza far ricorso a Google me ne vengono alla mente di migliori: una dei primi anni '90 con Charlton Heston e un giovanissimo Christian Bale, nonché una molto, molto sui generis con i Muppet. Il meglio che questa versione ha da offrire allo spettatore è, oltre a fargli entrar voglia di leggere il romanzo qualora non l'avesse già fatto, l'interpretazione che Robert Newton da del pirata Long John Silver: perfetto nel rendere appieno il composito e sgargiante carattere di un personaggio certamente pittoresco, senza però risultare oltremodo sopra le righe. E si noti che per anni -mi spingerei a dire addirittura fino al ventunesimo secolo, quando lo hanno soppiantato Johnny Depp e i suoi pirati dei caraibi- il volto del pirata per antonomasia è stato proprio lui, Robert Newton, attore fino a quel momento non certo di primissimo piano. Oltre a “L'isola del tesoro” sarà infatti nel giro di pochissimi anni protagonista di altre due storie di bucanieri: “Il pirata Barbanera” e “Il ciclone dei Caraibi”. E ne avrebbe probabilmente interpretati degli altri se non fosse venuto a mancare prematuramente nel 1956. Tornando al film, riscosse un ottimo successo di pubblico, ma erano quegli gli anni in cui il cinema d'avventura viveva il suo momento magico, quindi la Disney giocò in un certo senso sul sicuro. Tanto per il soggetto di sicuro richiamo, quanto per aver scelto come timoniere dell'operazione un regista bravino ma non certo geniale come Haskin, che infatti, come già scritto, si attenne piuttosto fedelmente all'opera di Stevenson, mettendoci poco di suo.

 

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