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L'an 01

Regia di Jacques Doillon, Alain Resnais, Jean Rouch vedi scheda film

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La recensione su L'an 01

di mm40
6 stelle
Come sarebbe il mondo post-sessantottino, se tutte le rivendicazioni del '68 fossero state esaudite? Ci troveremmo di fronte a un "anno 01" nel quale il lavoro non sarebbe più sfruttamento, il sesso sarebbe libero, l'economia capitalista verrebbe abbattuta...
 

Tre autori di provenienza eterogenea si riuniscono per questo progetto di indubbio interesse: l'esordiente Jacques Doillon, che già aveva firmato qualche cortometraggio; il documentarista antropologo Jean Rouch, stimato dalla nuovelle vague; e il più celebre del terzetto, Alain Resnais, da qualche anno lontano dalle scene (la sua ultima regia, Anatomia di un suicidio, risaliva al 1968). A quanto è dato di sapere, il primo è il vero autore della gran parte della pellicola, mentre al secondo e al terzo sono state riservate solo alcune sequenze. I contenuti sono invece farina del sacco di Gebè, disegnatore celebre per l'omonima striscia L'an 01 e futuro direttore di Charlie hebdo. Si tratta in sostanza di una rivisitazione ironica dei miti e degli slogan del Sessantotto, già così lontani, se non addirittura improponibili o ridicoli, pochi anni più tardi; la conclusione - mai esplicitata, ma raggiungibile facilmente attraverso il sarcasmo della materia narrativa - è che gli echi delle rivendicazioni giovanili e delle proteste contro il sistema che caratterizzarono il movimento sessantottino sono immediatamente scomparsi e quelle battaglie sembrano fin da subito datate, inattuabili e frivole. Constatazioni non poco coraggiose, specie in un Paese come la Francia, dove al Sessantotto fu riservata molta più importanza che da noi. La maggior parte degli interpreti in scena è sconosciuta, ma qua e là fanno capolino nomi di un certo rilievo: nei primi minuti compare brevemente il giovane Gerard Depardieu; in seguito transiteranno lungo la pellicola anche Coluche, Christian Clavier (al debutto, avrà una luminosa carriera) e il regista di futuro successo - fino a quel momento autore solo di qualche corto - Patrice Leconte. 6/10.

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