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Io sono

Regia di Dorota Kedzierzawska vedi scheda film

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La recensione su Io sono

di zombi
9 stelle

un commissario chiede al ragazzino le sue generalità, ma il ragazzino non risponde, poi spazientito e seccato gli chiede "cosa ci stai a fare" e il ragazzino ben consapevole risponde che "esiste". il ragazzino viene identificato come kundel, che non è il suo nome, ma significa bastardo. cosa che il ragazzino non è, una madre ce l'ha, ma non lo vuole. lei ha bisogno costantemente dell'attenzione degli uomini che gliela concedono solo nel momento in cui costei offre il proprio corpo. e così kundel-il bastardo, finisce in un orfanotrofio... ma il ragazzino, non ci sta e ne fugge e finisce a vivere all'interno di una chiatta attraccata e abbandonata sul fiume proprio di fronte all'indifferenza di una famiglia che vive in una bella casetta isolata. all'inizio il film può soffrire di una certa sensazione di banalizzare la storia. poi però grazie anche alle prodigiose musiche di michael nyman che valorizzano la meravigliosa e naturalistica fotografia, soprattutto delle albe e dei crepuscoli sulle acque del fiume, si entra nell'idea della regista-sceneggiatrice di creare negli occhi e nella mente dello spettatore i giorni e la vita di questo ragazzino non voluto che caparbiamente vuole esserci. così come la famiglia accetta e sopporta il rudere della barca davanti casa, facendoci l'abitudine, la stessa famiglia e la società accettano che un ragazzino, o svariati(come il gruppo di ragazzini che cerca in tutti i modi di acchiapparlo per picchiarlo), facciano quella vita. l'unico essere vivente che gli sta accanto e gli comunica dell'affetto è la figlia minore della famiglia che dice di sè: "da grande farò la zitella", soffrendo forse la bellezza fin'anco eccessiva della sorella maggiore, ma che probabilmente non è solamente sindrome di inferiorità alla primogenita. dietro a quello sguardo algido, azzurro e destinato ad un futuro tutto in discesa si annida la crudeltà fine a se stessa. la mano sapiente della regista ci fa continuamente credere in un cedimento alla bontà(buonismo), ma veniamo crudelmente e (sorprendentemente) smentiti, dalle scelte degli altri personaggi, con tutta probabilità più auto conservatori che crudeli. si tende a scartare l'idea di sè di essere cattivi e menefreghisti; ma si pensa che non ci si possa far carico comunque delle disgrazie altrui, così ci mondiamo la coscenza e possiamo continuare a portare avanti le nostre "inebrianti" vite. un film molto attuale che tratta l'infanzia con tatto, ma senza edulcorazioni da prime time. gli attori bambini protagonisti sono bravi e toccanti e tutti gli altri sono molto in parte trasmettendo sensazioni intense quali appunto l'auto-conservazione, la crudeltà, l'indifferenza anche in poche pose. che dona momenti molto belli in cui il ragazzino vive la sua libertà, ma momenti shockanti come quando il poliziotto chiede al padre se non riteneva strano e indegno che un bambino vivesse come un barbone.... recuperatelo.

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