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I vivi e i morti

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su I vivi e i morti

di Donapinto
8 stelle

Primo dei nove horror gotici diretti da Roger Corman nella prima meta' degli anni 60', sette dei quali interpretati da Vincente Price e quasi tutti tratti da racconti di Edgar Allan Poe. Cineasta veramente singolare Corman. Si prese la nomina di "padre" delle piccole produzioni indipendenti americane. Regista e produttore di innumerevoli pellicole a bassissimo budget, visito' i piu' svariati generi cinematografici. Capace di dirigere opere di pregevole fattura, per poi abbandonarsi a veri e propri trash-movies destinati ai peggiori drive-in d'America. Dalla sua factory sono usciti registi del calibro di Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Peter Bogdanovic, Monte Hellman, Jonathan Demme e altri molto piu' modesti come Jack Hill e Steve Carver. I VIVI E I MORTI (titolo italiano alquanto inconsistente) e' realizzato in un periodo dove l'horror gotico in costume, grazie alla britannica Hammer, era quanto mai di moda e al top della produzione. Anche l'Italia si fece notare, sfornando nello stesso anno i notevoli LA MASCHERA DEL DEMONIO e IL MULINO DELLE DONNE DI PIETRA, rispettivamente diretti da Mario Bava e Giorgio Ferroni, mentre negli States mi risulta che il fenomeno non fosse molto sentito, con Corman che ne rimase forse l'unico artefice. Alla base troviamo il racconto di Poe LA CADUTA DELLA CASA DEGLI USHER, che lessi una trentina di anni fa', in eta' adolescenziale precisamente. Naturalmente la vecchiaia avanza e il ricordo e' un po' annebbiato, ma ritengo che Corman abbia fatto complessivamente un ottimo lavoro, tenendo conto anche del solito bassissimo budget che si autoimponeva e utilizzando sostanzialmente solo quattro attori. Messa in scena impeccabile, con una bellissima fotografia, belle scenografie interne ed esterne, nonostante il film sia girato interamente in teatro di posa, con una ricostruzione della spettrale e decadente dimora degli Usher a dir poco perfetta. Ottimo Vincente Price, attore di indiscutibile talento, ma che spesso si lasciava andare a interpretazioni eccessivamente teatrali e istrioniche. Qui invece caratterizza in maniera misurata e con intensa sofferenza un personaggio ambiguo, ma al contempo fragilissimo e tormentato. Finale forse non originalissimo, ma preceduto da momenti di tensione e sanissimi brividi . Curioso come l'anno dopo lo stesso Corman dirigera' e produrra' il gotico IL POZZO E IL PENDOLO, a detta di molti il suo capolavoro, per poi cimentarsi ne LA CREATURA DEL MARE FANTASMA, dove il regista ci propone forse il piu' ridicolo mostro della storia del cinema, con una creatura ricostruita utilizzando una muta da sub, spugnette abrasive ( quelle per le pentole), palle da tennis per creare gli occhi e palline da ping pong per le pupille. A quanto sembra quando venivano girate le scene con il "mostro", gli attori dovevano sforzarsi non poco per non scoppiare a ridere.

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