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I vivi e i morti

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su I vivi e i morti

di vermeverde
6 stelle

Il film, del 1960, è il primo di una serie di sette (di basso budget ma di buon successo commerciale) tratti dalle opere di Edgar Allan Poe che hanno reso famoso il regista Roger Corman, il quale ha anche il merito di aver scoperto diversi registi che hanno avuto gran successo (Bogdanovich, Scorsese, Ford Coppola, Demme) e di aver fatto debuttare Jack Nicholson.

I vivi e i morti è tratto dal racconto di Poe “La rovina della casa degli Usher; la sceneggiatura di Richard Matheson, con richiami anche ad altri racconti, si prende molte libertà dal testo da cui è tratta. La trama narra come il protagonista, Philip Winthrop (Mark Damon) si rechi presso il castello, ormai fatiscente e sito in una palude malsana, degli Usher per incontrarsi con la fidanzata Madeleine Usher e dar seguito al progetto di matrimonio(Myrna Fahey), trovando però la netta opposizione del suo fratello Roderick (Vincent Price), servito dal maggiordomo Bristol (Harry Ellerbe): dal contrasto fra Philip e Roderick traggono origine le vicissitudini che portano al drammatico finale.

Mi sembra interessante evidenziare le differenze tra la fonte originale e le modifiche apportate dalla sceneggiatura sia per rispettare il basso budget (pochi personaggi e riprese quasi sempre in interni) che per raggiungere una durata standard (il racconto è piuttosto breve) e soprattutto per renderlo adatto ai gusti del pubblico medio che vuol vedere un film di genere “horror” e garantire un buon incasso: nel racconto Roderick Usher e Philip Wanthrop sono amici già da tempo, nel film si incontrano per la prima volta e sono antagonisti accaniti; a differenza del film, Madeleine, gemella di Roderick, non è fidanzata né ha conosciuto Philip; la famiglia Usher è descritta da Poe come dotata di sensibilità artistica e di indole caritatevole mentre nel film sono pazzi o delinquenti. Il film, inoltre, presenta gli aspetti orrorifici esplicitamente mentre nel racconto Poe, nell’ambito di un’atmosfera di angosciosa decadenza non solo fisica, raggiunge una grande tensione con il progressivo accumulo di insoliti e oscuri particolari e il finale, diversamente dall’originale, nel film è un accumulo di luoghi comuni dispiegati per terrorizzare il pubblico. Una grave caduta di gusto del film, che mi è parsa fastidiosamente irrealistica, poi è l’aver mostrato i ritratti degli antenati di stile pseudo espressionista, del tutto anacronistici e in contrasto con l’ambientazione.

Il giudizio complessivo sul film, tuttavia, nonostante la palese volgarizzazione per accattivare il pubblico desideroso di forti emozioni, risulta di buon livello drammatico e avvincente essendo girato con perizia e avvalendosi dell’interpretazione di Vincent Price, di grande carisma, che sovrasta (anche fisicamente) gli altri interpreti, non certo al suo livello.

 

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