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La visita

Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La visita

di zombi
10 stelle

un film amaro e indispensabile. sotto la superficie della commedia si nasconde un cupo mondo di solitudine, reso ancora più grigio dall'impossibilità di trovare qualcuno per cui significare qualcosa di più di un bel fisico. pina(milo), soprannominata a sua insaputa la sculandrona(bella, viene aggiunto da chiaretta(minervini)che gioca a fare la cerbiatta complice)mette un annuncio su di un giornale per conoscere un uomo. tra tutti quelli che hanno scritto, molti professionisti ma anzianotti, risponde ad adolfo che gli è sembrato quello con l'aria più buona. anche renato(moschin), il cammionista che la va a trovare di tanto in tanto lo dice. un giorno decidono di trovarsi e adolfo(perier)le fa visita per un giorno nel suo paesello nella provincia mantovana. adolfo è un tipo piuttosto viscido e infido. come arriva in casa di pina non fa che misurare e pesare qualsiasi cosa, come a dare un valore monetario. i vari flash-backs del film ci spiegano che adolfo nella capitale non fa una gran vita e anzi spera di andarsene per mandare al diavolo l'odiato datore di lavoro. le cose che lo hanno colpito di più di pina sono la casa di proprietà e lo stipendio fisso. le belle musiche di armando trovajoli ci fanno credere di essere alle prese con la spensieratezza degli anni sessanta del novecento e con il boom, ma qui di spensierato c'è ben poco. questo incontro rivela due persone tremendamente sole che combattono disperatamente per trovare un loro angolino nella vita dove sentirsi bene, magari e perchè no, in due. l'ingenua bonarietà della donna, ormai fuori tempo massimo dall'essere considerata una ragazza, cerca in ogni modo di trovare le qualità richieste nell'annuncio in adolfo e anche in un flash-back assistiamo ad un dialogo tra pina e renato in cui discutono di questo e della possibilità di smettere per sempre di vedersi(lui del resto è sposato e con due figli)e le augura di trovare un felice equilibrio di coppia. lo stesso forse che avrebbero trovato loro due. ma più avanza la giornata e più adolfo ha occasioni per mostrarsi in tutta la sua calcolata sgradevolezza ogni qual volta calcia la tartaruga di pina o ricorda di cacciare nell'immondizia i rumorosi caccia-spiriti alle porte o fa le prove per vedere se il suo mobiletto antico potrebbe stare tra l'appendiabito e la consolle nell'ingresso. lo stesso sorriso bene augurante di pina sembra un sorriso di un clown, triste e (pre)stampato per l'occasione. come se avesse bisogno di doversi vendere. la delicatezza di tocco e di sguardo di pietrangeli e dei suoi co-sceneggiatori è tanto sofferta come lo sguardo malinconico e autunnale di pina, quanto crudele come la greve indelicatezza di adolfo, che sembra un saprofago che seguita a girare intorno all'agonizzante in attesa che tiri le cuoia per approppriarsi dei suoi beni. la visita non sembra evolvere bene e tanto meno finire meglio. ma pina non si tira indietro e gli dice tutte le sue impressioni che non sono proprio lusinghiere. il benessere non porta per forza la felicità. queste due anime si scrivono a distanza di tempo dalla visita, ma entrambe le voci sfumano fino a svanire verso la parola fine. gran bel titolo, per uno splendido film e due interpreti pregevoli. indimenticabile sandra milo(forse perchè non avrei mai creduto che potesse essere così brava)ma francois perier è una figura che non si scorda facilmente.

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