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The Neon Demon

Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Neon Demon

di alan smithee
7 stelle

La bellezza dura poco.La perfezione è quasi una chimera. Jesse la possiede e per questo impiega il tempo di un contatto per sfondare nella moda.Ma dovrà fare i con un mondo aggressivo e rancoroso che finirà per fagocitarla. NWR abbozza quattro righe di copione,ma le sviluppa con una maestria ed una tecnica visiva esemplari,da brivido caldo

locandina francese

The Neon Demon (2016): locandina francese

FESTIVAL DI CANNES 2016 - CONCORSO

Quando i primi giorni di festival parlavamo di tendenze macabre e di cannibalismo, non potevamo ancora riferirci a questo folle, patinatissimo, raffinato thriller tanto atteso quanto, alla fine, fischiato, deriso e snobbato da una buona parte della critica. Un film costruito con talento, ma pure con furbizia che pare giocare ed essere tutto incentrato sul fatto di dividere il pubblico, conquistandosi in tal modo un posto nell'olimpo dei film più controversi.

La modella ancora minorenne Jesse, bellezza acerba e per questo pura, dai tratti incontaminati, arriva sola e senza parenti od amici in Los Angeles alla ricerca di celebrità come modella. In sé preserva i tratti di una purezza, di una timidezza e riservatezza che contraddistinguono l'atteggiamento infantile di chi è ancora formalmente una bambina, catapultata in un corpo in corso di evoluzione ma di fatto già adulto, che essa stessa sembra non avere avuto ancora modo di esplorare e di conoscere.

La sua presenza presso gli agenti più in della moda, generalmente abituati a guardare con aria schifata e parcheggiare le proposte anche più favorevoli che raggiungono ogni giorno i propri uffici, trova subito un riscontro eccezionalmente favorevole e la ragazza inizia a lavorare e ad essere contesa tra i più ambiti stilisti e registi del mondo della moda.

 

Ma dovrà pure vedersela con il mondo avvelenato e perverso delle colleghe, stupende e perfetto più per merito di una chirurgia plastica che le deforma secondo i canoni stilistici in voga, ma che proprio per questo le allontana in qualche modo dalla purezza perversa che i guru della bellezza ricercano e trovano esemplare in Jessie. La vendetta delle modelle ricostruite sarà letale, tale da fagocitare la perfezione tanto agognata che la natura ha conferito in modo diretto e lineare alla ragazzina, secondo un rito che assume i tratti di una ballata macabra se non addirittura di un processo di identificazione-assimilazione della bellezza della rivale inarrivabile.

NWR, con questo acronimo ama presentarsi dilungandosi ed ostentandolo nei titoli iniziali, si pavoneggia ed atteggia in modo plateale, giocando su un'idea ed intuizione forse nemmeno troppo originali (in definitiva i Vanzina con Sotto il vestito niente, non dicevano nulla di molto diverso oltre trent'anni orsono, in modo più diretto, semplice e goffo – ma con una Renée Simonsen abbagliante il cui ricordo riesce ancora ad ottenebrare le pur incredibili bellezze, finte o naturali, esibite in questo film con l'ostentazione di un videoclip glamour di durata infinita.

Una storia che è solo un abbozzo, sviscerata con la maestria e l'eleganza di un autore furbissimo ma anche innegabilmente talentuoso che ci abbaglia con la sua tecnica di regia esasperata e stilosa, le sue ricostruzioni oniriche che si addentrano in dettagli esasperati e scientemente fini a se stessi per rappresentarci l'arte della esteriorità e del raggiungimento di una perfezione che sfida il buonsenso e la razionalità.

Detto questo Neon Demon è certo un involucro di ostentazione esasperata e di narrazione di fatto inconsistente, ma ha anche il coraggio di volerlo essere e la linearità di volerci rappresentare un universo di perfezione solo esteriore, che nasconde infatti lacune e tare psicologiche che rendono mostri famelici le icone fragili e solo apparentemente perfette che devono combattere per restare al passo coi tempi, fagocitando la naturalità e la bellezza che da tempo le ha abbandonate, o che non ha mai vissuto nei loro corpi solo apparentemente perfetti ed intonsi.

Cast di pura bellezza ed apparenza, che vede al centro Elle Fanning, bambina-lolita dalla purezza che indulge in tentazione, intrappolata nel corpo adulto in via di completamento. In fondo, con un certo azzardo ma nemmeno senza delirare troppo, questo film potrebbe essere l'ideale prosecuzione di SOMEWHERE di Sofia Coppola, dove Elle Fanning-Cleo dapprima undicenne torna in zona Sunset Boulevard ormai quasi donna, sola e senza seguito, bella ma ancora acerba ed inesperta, pronta a farsi strada utilizzando la sua dote apparentemente più dirompente: la bellezza.

Tra gli altri attori del cast citerei Abbe Lee di Mad Max – Fury Road, Jena Malone già apprezzata con altri autori cult, quel Karl Glusman qui vestitissimo e casto, già protagonista, poco tempo prima ma sempre svestito, del notevole ed altrettanto scandaloso Love, di Gaspar Noe, Desmond Harrigton che ricordavo dal bell'horror Wrong Turn, il redivivo Keanu Reeves in buona forma, ma qui impegnato in un ruolo un po' insulso, l'opulenta e rossa Christina Hendricks, una habituée ormai con Refn, mentre Bella Heathcote ce la ricordiamo in PPZ.

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