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Mine

Regia di Fabio Guaglione, Fabio Resinaro vedi scheda film

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La recensione su Mine

di YellowBastard
5 stelle

Film distribuito (male) da Eagle, ignorato dal pubblico e (piuttosto) maltrattato dalla critica (specie nostrana) Mine (che non va pronunciato nel plurale italiano ma in inglese singolare) è il film d’esordio dell’italianissima coppia di registi Fabio Guaglione & Fabio Resinaro (in arte Fabio & Fabio) ma realizzato soprattutto con capitali stranieri (e quindi con due occhi, piuttosto che uno, rivolti al pubblico internazionale) e parte da una premessa semplice e banale (due soldati americani impegnati nel deserto con il compito di eliminare un terrorista falliscono nella missione e, fuggendo, si trovano bloccati in un campo minato) per rivelarsi invece un’opera molto più ambiziosa (un percorso metaforico di scoperta e trasformazione nell’anima del protagonista) e rischiando troppo spesso di fare, rimanendo in tema con la pellicola, il passo (in avanti) più lungo della gamba.

 

MINE (Fabio Guaglione - Fabio Resinaro, 2016) - InTheFlesh

 

Perché la piega presa dal film si sposta presto dal triller/action del prologo alle sfumature più psicologiche e sentimentali del suo proseguo che tra realtà e allucinazioni provocate dal sole del deserto e dalla disidratazione dovrà affrontare (e sconfiggere) gli scheletri del proprio passato in un vero e proprio viaggio all’interno della propria mente.

 

Ben consapevole che già in passato, con Buried - Sepolto di Rodrigo Cortéz, si era toccato vette di eccellenze, i due Fabio decidono di invertire la situazione ponendo il loro protagonista (buona la prova di Armie Hammer, anche produttore) sempre in una situazione di immobilita ma questa volta in uno spazio aperto, in un isolamento forzato nel deserto come una moderna figura cristologica (ma solo per 52 ore invece della canoniche 40 notti) al fine di purgarsi e mondare, come il Nazzareno, i peccati del passato difendendosi al contempo dall’assalto del demonio sotto la forma, questa volta, di bestie fameliche.

 

La coppia di registi dimostra di saper lavorare con la narrazione di genere riuscendo, da un’idea di base anche piuttosto banale, a costruire diverse variazioni sui meccanismo di dilatazione e di attesa della temporalità cinematografica, comunque non sempre riuscitissime tra flashback ostinati o pedanti che si insinuano nella narrazione ma che permettono di svelare che la mina del titolo non è soltanto nella realtà ma anche nel proprio inconscio, da disinnescare per poter continuare con la propria vita, e presenze fantasmatiche che si affollano in quella distesa di sabbia come fosse un personale palcoscenico della propria psiche.

In fondo tutti primo o poi si trovano, nel corso delle nostre vite, in un cul de sac in cui ci sentiamo paralizzati, bloccati dalla proprie paura o dinanzi a una scelta o ancora da un ricordo del passato che ci impediscono di andare avanti che i due registi riescono a tradurre su schermo senza perdere troppo di tensione o in racconto.

 

Stream 'Mine', The English Language Thriller From Fabio And Fabio – I Love  Italian Movies

 

Molto buono anche lo studio e le riflessione di certe inquadrature o anche il twist finale, non certo inaspettato in quanto probabilmente l’unico modo di chiudere, anche filosoficamente, il climax della pellicola mentre a convincere un po meno è il binario metaforico a volte rigido e a tratti grossolano, imponendo certe scelte piuttosto che suggerendole a partire anche dalla location (il deserto come specchio dell’anima) o come l’isolamento come dialogo preferenziale con il proprio Io più profondo, con un sovraccarico emotivo e sensoriale non sempre efficace a dovere, come se il duo Fabio & Fabio dovessero mostrare (a qualcuno?) qualcosa oltre il dovuto.

Ma essendo comunque un’opera prima anche questo ci può stare.

 

VOTO: 5,5

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