Espandi menu
cerca
Un uomo da marciapiede

Regia di John Schlesinger vedi scheda film

Recensioni

L'autore

GIMON 82

GIMON 82

Iscritto dal 7 marzo 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 108
  • Post -
  • Recensioni 466
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Un uomo da marciapiede

di GIMON 82
10 stelle

Gli "ACCATTONI" della New York anni 70,questi sono Joe e Rico,i disagiati ed emarginati di una metropoli dalle periferie degradate,John Schlesinger firma un capolavoro "CULT" degli anni 70 una storia "emarginale" che ha fatto epoca.Joe Buck è un novello "buzzurro" di provincia,un moderno cowboy che ambisce a vendere il suo corpo a ricche signore attempate.Joe si trasferisce cosi' nella New York "settantina" la "Grande mela" (marcia) "futuro incubo metropolitano" in "Taxi Driver"."Un uomo da marciapiede" è l'organicita' di due solitudini che affonda le radici nelle nevrosi umane e nei traumi passati di Joe .L'aitante cowboy si scontra con una realta' diversa da quella prefissata,un muro di ostilita' e di follie che li si parano davanti,un sudiciume periferico che impregna vie e sobborghi americani.John Schlesinger pone al centro di tutto la solitudine dell'individuo schiacciato dalle nevrosi urbane,Joe è un animo solo,un bambinone ingenuo che rincorre un utopia di ricchezza.Tutto è pero' metafora di un fallimento sociale e umano "alleviato" da un incontro casuale,quello tra Joe e Rico,quest'ultimo è un truffatore italoamericano,uno "straccio" nel luridume new yorkese che "vive" in perfetta simbiosi col degrado circostante.Rico è un reietto,un rifiuto della societa',un tubercolotico che attende l'amaro destino.L'incontro tra questi due perdenti è il centro di tutto il film con riferimenti velati all'omosessualita' che tinge un amicizia struggente.Schlesinger mette in moto una regia attenta e lucida,un meccanismo sociale che diviene coi minuti un moto emozionale.La regia accentua gli "odori",i corpi e le emozioni di due vite ai margini.Ma oltre a Joe e Rico la protagonista principale è lei:New York,la GRANDE MELA "settantina",quella dei Friedkin,dei Serpico e di Travis Bickle.Una citta' che non accoglie,ma respinge,un ventre malato che partorisce disagio e follia.I sobborghi di Schlesinger sono di quelli nudi nella loro veridicita',sgombri dai veti del politicamente corretto e intrisi di nefandezze e amarezze.Joe e Rico si muovono in questo contesto come soggetti schiacciati da una vita pregna di brutture.Schlesinger compie un ottimo lavoro nel dipingere il passato di Joe con un tocco onirico,un trauma amaro,un tormento della mente di cui il regista ci lascia (sott)intendere una velata atrocita'.Una ferita senz'altro lacerante quella di Joe come l'intero film.Un capolavoro del nichilismo,dove vive il miracolo di un amicizia reale e sincera.La regia rende nel finale una sorta di "regalo" al duo,Joe e Rico escono dal sottobosco,trasportati alla luce del sole della Florida,un ultimo respiro di luce e di vita per Rico.Un finale commovente di un realismo toccante,incarnato alla perfezione dagli interpreti Voight e Hoffman,che ci donano un saggio di bravura nell'arte recitativa all'interno di una New York da marciapiede entrata nel MITO.....

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati