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The Visit - Un incontro ravvicinato

Regia di Michael Madsen (II) vedi scheda film

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La recensione su The Visit - Un incontro ravvicinato

di LorCio
7 stelle

In The Visit collimano plurimi tragitti spettacolari: la testimonianza documentaristica, la fantascienza filosofica, l’ironia dell’assurdo, la crisi del primato dell’uomo. Se fosse un film di finzione tout court, sarebbe una sorta di lettura esistenzial-sociologica di Independence Day. E però sotto la scorza di un documentario si cela, ma neanche tanto, un raffinato meccanismo narrativo in cui la realtà è al servizio della finzione, o per meglio dire figure reali mediano un discorso metaforico. Micheal Madsen racconta “un evento mai avvenuto” con i codici del racconto del reale: l’arrivo inatteso di un’astronave aliena nel Regno Unito è riferito al pubblico da un pool di esperti di scienza, politica, difesa ed etica effettivamente tali (l’astrobiologo, l’astrofisico, il militare, la portavoce, la sociologa, il teologo…). Qualcuno, quando parla direttamente con gli alieni, pare rivolgersi direttamente a noi spettatori, in un gioco metanarrativo tra l’inquietudine (siamo tutti alieni rispetto all’immensità dell’universo) e l’abilità (è anche uno stratagemma per non rappresentare gli extraterrestri). Con qualche connessione di troppo allo sconfinato tema della narrazione, pur nell’ambito di un seducente romanzo d’attendibile scifi, Madsen vuole parlare della vita sconvolta dalla presenza dell’estraneo (la popolazione per strada che rallenta o s’immobilizza), della gestione della verità da parte delle autorità (come non destare il panico?), dell’arcano kubrickiano del viaggio interstellare e della realtà parallela (i corpi che si librano nel nero). Esteticamente impeccabile (fotografia di Heikki Farm), non sempre incalzante ma pregno d’un fascino singolare con Space Oddity nel bel finale.

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