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Vice

Regia di Brian A Miller vedi scheda film

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Maciknight

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La recensione su Vice

di Maciknight
3 stelle

il film contiene défaillance, incongruenze, incoerenze, approssimazioni, cedimenti, ecc., a dir poco grossolani quando non madornali, che lo rendono superficiale ed incompiuto.

Da qualche tempo a questa parte sono sempre più numerosi i film americani che mi inducono a domandarmi perché li abbiano prodotti, a parte il puro scopo commerciale ed il possesso di finanziamenti che in qualche modo devono essere investiti … perché non li hanno sottoposti ad una supervisione, ad una critica professionale, ad un controllo accurato, ad un anticipazione di un pubblico selezionato, ecc.. Dico questo perché alcuni hanno défaillance, cadute di stile e di tono, incongruenze, incoerenze, approssimazioni, cedimenti, ecc., a dir poco grossolani quando non madornali, e mi domando come sia possibile se con centinaia di persone che lavorano ad un film nessuno si accorge di errori così pacchiani? Nessuno li vede o nessuno li rileva per non rischiare il posto? Non ci sono consulenti degni di questo nome? Il mio rilievo è ancora più opportuno ed assume evidenze macroscopiche con film come questo, non certo a basso budget, che nonostante il cast (un Bruce Willis sempre più mediocre ed asfittico, che propone se stesso in maniera monocorde, appunto come un clone … stando al tema del film) e la tecnologia ostentata, ha delle lacune di sceneggiatura mastodontiche. Occorre essere troppo di bocca buona per passarci sopra, ed infatti ho rilevato che finora i pochi voti datagli su FilmTv lo hanno penalizzato, segno evidente che tutti si sono accorti di quanto il film sia superficiale ed approssimativo. A partire dalle stesse intelligenze artificiali, che dovrebbero essere il valore aggiunto del film, così definite dagli sceneggiatori, a volte anche identificate come cloni … ma se sono tali, cioè dotati di carne e sangue e ricordi umani, come parrebbe mentre le riparano in laboratorio, come possono essere considerati essere artificiali alla pari di un robot? Già questo è un quesito che il film non risolve (mentre invece dovrebbe essere il suo incipit), da un lato si nega che provino emozioni umane e dall’altra è evidente che invece le provano. Ma la cosa più grave è la cinica multinazionale del divertimento gestita da Bruce Willis, che utilizza i cloni come fossero esseri virtuali per sfogare le psicopatie dei clienti (violenze, stupri, omicidi, ecc.), un’attività ludica aberrante che non trova alcuna legittimazione in nessuna letteratura scientifica o legislazione ne ora ne mai, problema cui la sceneggiatura non dedica un minuto, essendo i dialoghi penosi e ridotti ai minimi termini neuronali, come se fosse rivolto ad un pubblico di età pre-puberale e con qualche difficoltà di apprendimento. Non si può sorvolare su un aspetto fondamentale come questo in un film di fantascienza (gli autori di fantascienza sono molto accurati e si documentano), a meno che si voglia creare un pastrocchio. Ci si domanda poi cosa ci vadano a fare quelli che entrano solo per passare una serata normalissima a bere o a fare sesso, che potrebbero fare ovunque nel mondo reale, mentre nella struttura denominata VICE (da cui il titolo) si presume che accedere costi un occhio della testa … Almeno avessero curato le scene d’azione. Macché! Le sparatorie, oltre ad essere spesso raffazzonate, introdotte senza premesse adeguate, sono gestite pessimamente, con armi che non si capisce se fanno solo rumore e non colpiscono, o se hanno problemi di vista tutti gli uomini in uniforme nera (immancabile), che dovrebbero essere killer specialisti nella sicurezza della multinazionale. Su quest’ultima poi, la sicurezza delle strutture ludiche, stendiamo un velo pietoso su come viene gestita ed offerta in pasto al pubblico. L’unico personaggio interessante sarebbe stato il detective della polizia municipale (Thomas Jane), ostile all’attività svolta dalla multinazionale, descritto come uno scapigliato anarcoide insubordinato e scettico a prescindere, che però è più una caricatura che non un personaggio ben concepito ed elaborato e lascia un senso di incompiutezza, come tutto il film. Sulla protagonista ed il suo creatore bioingegnere genetico informatico sorvolo, in quanto non c’è assolutamente nulla di nuovo, sono temi sfruttati decine di volte in tutti i film di fantascienza. Per non tediarvi oltre mi fermo qui e per saperne di più sulla trama vi consiglio di leggere l’altra recensione negativa (di Ascasubi), di cui condivido ogni parola.

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