Regia di Stefan Liberski, Dominique Laroche vedi scheda film
Dopo Alabama Monroe, un’altra storia dal Belgio nella quale la musica è grande protagonista. Lo sfondo è una località di provincia dove dalle ciminiere continua ad uscire fumo ma non vi è ombra di classe operaia: sarà questa la società postfordista, il lavoro senza i lavoratori? E’ in questo contesto che Bici trova sfogo nella musica dalle proprie pene familiari ed amorose. La storia non brilla certo per originalità: è quella di una band il cui equilibrio è rotto dall’entrata in scena di una bella fan che cattura il cuore del chitarrista del quale è innamorata pure Bici. Il regista Liberski ha il merito però di raccontarla con uno stile accattivante grazie anche alla straordinaria performance della protagonista, Ambre Grouwels, alla sua prima esperienza da attrice: se queste sono le premesse, è garantito che sentiremo ancora parlare di sé. La sua formazione è di cantante lirica (di cui ha dato una deliziosa seppur breve prova agli spettatori del San Marino Film Festival, prima dell’inizio del film) ma in Baby Ballon sfoggia una grinta da rocker veramente convincente. La giovane protagonista, bulimica di cibo e musica, fino alla rottura finale che porta alla rottura con il resto della band ma contemporaneamente segna anche la rinascita della protagonista, nelle vesti di solista: per Bici è arrivato finalmente il successo da non condividere con nessuno, non servono più maschere o costumi, con i quali usava andare in scena , ora è veramente se stessa.
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