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Pitza e datteri

Regia di Fariborz Kamkari vedi scheda film

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La recensione su Pitza e datteri

di FilmTv Rivista
5 stelle

Rimasta senza un luogo in cui pregare, sostituito da un’hair stylist femminista, la comunità islamica di Venezia trova inatteso aiuto in un “indigeno” convertito e rinominato Mustafà, e soprattutto in un giovane e agguerrito imam giunto dall’estero. Una piccola armata Brancaleone tra calli e sestieri dichiara la sua guerra dei bottoni, mentre la macchina da presa stigmatizza con simpatia i fondamentalismi di una parte e la superficialità dell’altra. Il regista curdo Fariborz Kamkari, noto per I fiori di Kirkuk (2010), affronta con coraggio la commedia “all’italiana” scegliendo come location la città più rischiosa, data la sua turistica cinegenicità. Riesce a stare lontano dall’ovvio paesaggistico aggirandosi tra “fondamenta” vecchie e nuove e scoprendo, della Serenissima, una periferia anche dell’anima. Dove inciampa è invece sulla fluidità della narrazione, a tratti fuori registro, non sempre in grado di amalgamare il respiro comico e il grottesco. Anche i personaggi, sulla carta interessanti, dalla parrucchiera turco-francese al musulmano Battiston, incidono meno del dovuto, o dell’auspicato, senza che il film si elevi da una gradevolezza tenue. Da segnalare però il cast: il giovane imam è interpretato da Mehdi Meskar, magrebino francese cresciuto a Treviso, anche regista di cortometraggi; il suo più maturo ospite è invece Hassani Shapi, già maestro Jedi in Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 21 del 2015

Autore: Mauro Gervasini

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