Regia di J. Lee Thompson vedi scheda film
Louisa, cresciuta nel desiderio di una vita semplice e sobria a contatto con la natura, ha avuto quattro mariti e tutti l’hanno lasciata vedova e ricca suo malgrado: il proprietario di un negozietto (Van Dyke) ha fondato una catena di supermercati, un tassista (Newman) ha raggiunto la fama come pittore, un miliardario (Mitchum) ha triplicato il suo patrimonio, un modesto cabarettista (Kelly) è diventato divo del cinema. Commedia paradossale, diretta da un non esperto del genere come J. Lee Thompson ma con una MacLaine pimpante e una sceneggiatura solida, pur con qualche eccesso fumettistico. Con un espediente simpatico, i quattro matrimoni vengono raccontati attraverso altrettanti inserti metacinematografici di stile diverso: rispettivamente una comica muta, un film francese anni ’30, una commedia sofisticata ambientata nell’alta società, un musical (ovviamente!). Anche la conclusione è meno banale di quanto ci si poteva aspettare: Louisa incontra il suo primo spasimante (Martin), un odioso figlio di papà rovinato dal primo marito e ridotto a fare l’addetto alle pulizie, lo trova umanamente migliorato e decide di sposarlo; la storia sembra ripetersi per l’ennesima volta, ma proprio all’ultima scena...
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