Regia di Giulio Manfredonia vedi scheda film
Dopo aver esplorato i personaggi comici di Antonio Albanese in QUALUNQUEMENTE (divertente) e TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE (decisamente non riuscito), Giulio Manfredonia ritorna dietro la macchina da presa per raccontarci un film che si ispira a diverse storie vere (come cita anche la scritta all'inizio del film) girando LA NOSTRA TERRA.
Il regista cerca di bissare la delicatezza e la scorrevolezza del racconto che aveva fatto diventare SI PUO' FARE un piccolo cult.
Ma ci riesce in parte.
La pellicola narra di persone oneste del meridione, coadiuvate da un uomo integerrimo del nord che mette in piedi un business a partire da terreni sottratti alla mafia.
Dopo le varie ed innumerevoli scartoffie da compilare sembra che tutto vada per il verso giusto, ma per un cavillo giuridico il proprietario delle terre su cui sorge questa coopertativa agricola viene spedito agli arresti domiciliari proprio nel casolare che sovrasta i terreni che, nel frattempo, stanno cominciando a dare i propri frutti.
Di questo lungometraggio colpiscono in positivo i due protagonisti: Stefano Accorsi e Sergio Rubini.
Il primo sta diventando sempre più bravo, da VIAGGIO SOLA (dove la protagonista era Margherita Buy) a cominciato ad acquistare consapevolezza dei suoi mezzi e qualche intermezzo comico che lo vede protagonista in questo film lo rende credibile.
Il secondo è uno degli attori più credibili che esistano. Quando si dice fare proprio il personaggio.....che ci farà passare dal simpatizzare con lui ad odiarlo.
Arrivando a conclusione.....3 stelle per un film interessante, che ci permette di scoprire delle vicende che prima di adesso non erano state esplorate dal cinema italiano. Certo, ci voleva forse un po' più di coraggio e che il registro della commedia fosse ridotto al minimo ma si lascia guardare LA NOSTRA TERRA.
Da brivido le scritte nel finale del film che ci danno lo specchio del paese in cui viviamo (come se non lo sapessimo)
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