Regia di Alessandro Genovesi vedi scheda film
Durante le feste di fine anno, il suicidio di un uomo scuote gli inquilini di un condominio. Un carabiniere indaga; immediatamente nasce un flirt con un'attrice di soap opera che abita nel palazzo. Oltre a lei ci sono due fratelli legati controvoglia dall'handicap di uno dei due, un uomo indeciso fra omo ed eterosessualità, un altro inquilino la cui ex è appena rientrata nella sua vita: ma è incinta di chissà chi.
Tutto è bene quel che finisce bene. Basterebbe così poco - una frasetta bonaria, un sorrisino di circostanza - per liquidare lavori della risma di questo Soap opera, che altro non contengono, ennesima commedia natalizia intrisa di luoghi comuni, di italiotismo, di gag scontate e con lieto fine indispensabile, alla ricerca del pubblico delle festività. E in effetti Genovesi, alla terza regia, veniva da Il peggior Natale della mia vita (2012), in cui già compariva gran parte del cast di Soap opera (Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Ale e Franz, Cristiana Capotondi); di passi in avanti non se ne sembrano fatti. Oltre agli innesti di Chiara Francini, Ricky Memphis, Elisa Sednaoui e Caterina Guzzanti, c'è solo da segnalare l'incomprensibile attestazione ministeriale (Beni e attività culturali) di 'film di riconosciuto interesse culturale': eh? Come commediola è stantia e inoffensiva, la sceneggiatura dello stesso regista è un rimescolare di situazioni facili, che possono portare alla risatina a bocca storta: e ok, non c'è quasi per nulla volgarità e questa è forse l'unica nota positiva del lavoro, in ciò avanti anni luce rispetto ai Vanzina. Ma per fare qualcosa di meglio dei Vanzina basta proprio poco. Il palese declino del cinema italiano passa anche per opere simili, a ridosso della completa insignificanza. 2/10.
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