Regia di Vittorio Gassman vedi scheda film
Il vero debutto di Vittorio Gassman alla regia, su scrittura fatta da lui stesso con Age e Scarpelli. Trovò una via produttiva grazie al suo contratto in scadenza con Cecchi Gori, certamente la strada narrativa non era quella della commedia all’italiana bella e buona, ma fatta con una certa ricerca, che già Scola aveva introdotto, anche se in maniera più accattivante, con Dramma della Gelosia. La storia è raccontata in maniera diversa, i personaggi si arrischiano ad uscire fuori dai binari consueti, affrontando un mondo favolisticamente reale, ed anche lo stesso Villagio, forse caso unico nella sua carriera, in qualche fase riesce ad uscire dal suo monolitico assoluto, stimolato anche dall’accoppiata con un Gassman che dà un sapore diverso, e quasi poetico al suo personaggio cialtrone, ma che intenerisce moltissimo sia durante che in special modo nel finale del film. Non conoscevo il film, per varie ragioni, ma il recupero è stato più che provvido, e francamente mi è dispiaciuto che Gassman abbia buttato la spugna, in fondo poteva essere una strada per continuare una carriera alla fine della troppo , ormai, stiracchiata commedia all’italiana. Diversi i momenti originali, come anche quello della musica di Carpi che è nota integrante alle varie componenti del film; se devo fare un paragone, con le dovute distanze, mi ha fatto pensare al Fellini de La Strada.
una fiaba realistica
Carpi fa un ottimo lavoro
ottima prova di regia
un bel personaggio poetico ed affascinante
esce un attimo dal suo non essere mai attore
piccola partecipazione
il ruolo della prostituta con l'istinto materno
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