La recensione su The Imitation Game

Ho avuto la grande fortuna, ai tempi dell'università, di poter seguire i corsi del professor Alberto Santoni. Senza ombra di dubbio uno dei migliori docenti che mi sia toccato durante i miei studi. E bene, Santoni era salito alla ribalta diversi anni prima (nel 1981, per l'esattezza) con la pubblicazione del volume “Il vero traditore: il ruolo documentato di ULTRA nella guerra del Mediterraneo” grazie al quale aveva regalato al mondo della storiografia una nuova, inedita chiave di lettura per intrepretare gli incredibili successi in serie degli Alleati a partire dal 1942. Fino agli anni '80 del XX secolo era infatti largamente accettata la teoria di presenza di traditori in seno all'alto comando della Marina Militare, cosa che, evidentemente, aveva finito col regalare un costante vantaggio al nemico. Santoni rinvenne invece importanti documenti inglesi che davano ben altra spiegazione a tale vantaggio: ULTRA! ULTRA era il nome in codice usato dagli Alleati per riassumere tutti i messaggi decifrati dalle macchine Enigma e Lorenz. “The Imitation Game”, film scritto da Graham Moore e diretto dal Norvegese Morten Tydlum in trasferta hollywoodiana, narra proprio un pezzetto di tale importantissima svolta militare (e non solo). Ma qui incominciano i problemi. Se questo film fosse stato realizzato in Europa, con minor budget ma maggior libertà di moviemtno per gli autori, avrebbe forse potuto avere un certo valore come film storico, così com'è è invece nullo, almeno sotto questo punto di vista. Si è infatti preso una sola tessera (il matematico Alan Turing) del complesso mosaico e gli si è in pratica cucito addosso il merito della vittoria anglo-americana nella seconda guerra mondiale. Un po' esagerato, no? In primo luogo Turing non era un genio solitario, ma piuttosto parte di un team di brillanti matematici che riuscì effettivamente a venire a capo di Enigma. Punto numero due: la scoperta dei codici Lorenz, macchina ancora più evoluta di Enigma, ebbe per le sorti del conflitto mondiale un peso ancor maggiore, ma il film non ne fa menzione. Punto numero tre, il controspionaggio polacco aveva già negli anni '30 messo a punto una macchina simile, e una volta capitolata la Polonia, questi passarono tali conoscenze agli Inglesi. Il team di Turing lavorò insomma 'sulle spalle di un gigante'. Di ciò non si fa menzione nel film, sembra piuttosto che una mattina Turing si sveglia e dal nulla... mumble mumble, eureka... costruisce una macchina capace di decifrare Enigma. Puro stile Archimede Pitagorico, insomma. Quarto imperdonabile strafalcione: nella vita reale un team di matematici che decifra informazioni crittografate le trasmette all'alto comando militare, non prende certo decisioni strategiche e/o tattiche su cosa fare di tali informazioni, come si evince invece dal film. Ma questa è (purtroppo) Hollywood: prende la realtà e la frulla a beneficio di un pubblico mentalmente assai pigro. E alla luce di quanto detto mi risulta assolutamente impossibile dare un giudizio non dico positivo ma anche solo sufficiente a un'opera innegabilmente ben realizzata a livello puramente tecnico. Il film ebbe un successo incredibile, tanto a livello di critica (8 nominations agli Oscar), quanto di pubblico, con 233 milioni di dollari incassati a fronte dei modesti 14 utilizzati per produrlo!