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Les Rencontres d'après minuit

Regia di Yann Gonzalez vedi scheda film

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La recensione su Les Rencontres d'après minuit

di alan smithee
6 stelle

Una coppia borghese confinata in un attico in una notte nevosa: un palazzo decadente e decaduto che sembra uscito da un bassofondo metropolitano frutto di uno scellerato compromesso tra cemento e ferro dosati senza criterio, ma che invece si staglia ancor piu' sorprendentemente in una radura al limite di un bosco buio ed inestricabile. Un ragazzo biondo con un occhio bendato (e' il riccioluto biondino Niels Schneider, attore feticcio del canadese Xavier Dolan), ci vive con la compagna più matura di lui e con una governante ("la bonne"), in realtà un travestito, obbediente e molto devoto, che partecipa con solerzia alle emozioni erotico-sentimentali di cui la coppia pare affamata. Nel moderno appartamento in cui vive la coppia, evidentemente annoiata o in cerca di emozioni nuove per rivivere attimi di passioni nuovamente genuine, vengono chiamati ad accorrere quattro individui, chiamati ognuno con uno pseudonimo che ne sintetizza le caratteristiche: lo stallone, lo studente, la cagna, e la diva. Sopraggiungendo nella casa ed amalgamandosi pian piano tra di loro, sessualmente ma non solo, ognuno degli individui si apre agli altri rappresentando o rivivendo le proprie ansie, le proprie nevrosi, le proprie preoccupazioni od ossessioni che una regia attenta e dalle brillanti intuizioni oniriche riesce a valorizzare con suggestioni visive e coreografie accattivanti. In sottofondo, un moderno juke box con attivazione palmare al semplice contatto tattile, innesta canzoni appropriate alla vicenda che ogni ospite si accinge a raccontare o rappresentare. Intanto, mentre lo Stallone (il gigante Eric Cantona) mostra fiero le sue ciclopiche pudenda, dopo aver raccontato la sua odissea carceraria dai toni erotici e sadomaso (viene frustato anche da una direttrice del carcere che assume le fattezze prosperose e sempre adeguatamente volgari o forti di Beatrice Dalle), mentre la Diva viene colta dal panico quando la luce impietosa ed improvvisa la abbaglia contro la sua espressa volonta' manifestando la fine ormai inesorabile di una giovinezza che è solo un lontano ricordo (è la brava Fabienne Babe, che ricordo giovane protagonista del meraviglioso stordente De bruit et de fureur di Brisseau del 1987), mentre lo Studente (è il figlio di Alain Delon, Alain Fabien, specchio e quasi plagio autorizzato del celebre bellissimo divo e padre) racconta la sua vita in fuga da una famiglia che non lo vuole e non lo capisce (e forse qui l'autobiografia supera la finzione cinematografica), mentre infine la Cagna rivive in un ballettostraziante  l'invecchiamento precoce di una vita che si consuma senza realizzarsi; mentre tutta questa processione si apre alle proprie nudità esteriori ma pure della mente, la coppia alla deriva si ritrova almeno per un attimo avvinta a se stessa, prima che la tragedia incomba a separarli definitivamente. Intanto il mattino avanza e piano piano gli ospiti si dileguano...o almeno così avviene per lo stallone e la diva, forse la nuova coppia di una vita che verrà.  La devota governante resterà ad assistere la padrona di casa, che a sua volta si prenderà cura dello studente ramingo. I tre saranno la nuova famiglia moderna, balorda, apparentemente inconciliabile, ma unita nella disperazione per vincere le incognite e gli ostacoli della foresta che li circonda. Opera prima interessante e visionaria di Yann Gonzalez, presentata a Cannes 2013 nella sezione Semaine de la critique, "Les Rencontres" è un film anomalo e a tratti snervante che ha il dono raro e dunque il pregio di valorizzare intimamente l'espressivita' dei propri interpreti, ripresi da vicino intenti a confessare le proprie paure e frustrazioni che sono poi tutte quelle dell'uomo moderno, ferito e braccato dalle insidie di una vita a cui non si riesce davvero più a fenere testa.

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