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(A)sexual

Regia di Angela Tucker vedi scheda film

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La recensione su (A)sexual

di OGM
6 stelle

Viene in mente una metafora genetica. Come i gruppi sanguigni, anche gli orientamenti sessuali sono quattro: c’è il gruppo A, il gruppo B, il gruppo AB e il gruppo 0. Solo che dello “zero” si ignorava l’esistenza. Fino al momento in cui, nel 2004, un giovane portatore di questa rarissima variante ha deciso di compiere il primo coming out, rivolgendosi direttamente ad un pubblico planetario: con lo strumento di internet, il fenomeno è stato subito investito dell’ufficialità necessaria a farlo diventare oggetto di studio, dibattito e magari polemica. La conquista più recente, in termini di visibilità, è un posto nella sfilata del Gay Pride di San Francisco. In coda al corteo c’era David Jay, il fondatore dell’associazione AVEN (Asexual Visibility and Education Network), insieme ad una folta rappresentanza della community che, nel giro di pochi anni, è riuscito a raccogliere intorno al suo blog. Il motto del movimento è Se non fai l’amore, fai rumore. Lo scopo è rivendicare, di fronte al mondo, la “normalità” delle persone che non provano alcuna forma di attrazione sessuale. La regista Angela Tucker ha raccolto le storie di uomini e donne che da sempre vivono in questa condizione che pochi sono in grado di comprendere, e che è generalmente circondata dall’incredulità. A dire il vero, le interviste in cui i protagonisti si raccontano non ci aiutano a delineare l’identità di coloro che, con un termine forse impropriamente preso in prestito dalla biologia, amano definirsi asessuali. Molti di loro hanno avuto rapporti intimi, senza riscontrare alcun problema di natura fisiologica, altri hanno provato ma non ci sono riusciti, altri ancora non hanno mai nemmeno voluto tentare. E, per la maggior parte di loro, una relazione, romantica ed esclusiva, con un individuo dell’altro sesso è un’esperienza ritenuta importante e fortemente desiderata. Ciò vale, così sembra, anche se il partner non dovesse essere a sua volta asessuale. David Jay è stato a lungo fidanzato con una ragazza lesbica. Altri due giovani asessuali hanno convissuto per anni, e poi si sono sposati. Però, in questa coppia, almeno nella metà femminile, pare difficile disgiungere l’avversione per il contatto fisico dalla sintomatologia della sindrome di Asperger. Libera scelta, inclinazione naturale, fobia di origine traumatica e patologia neurologica si confondono, in maniera ancora insufficientemente esplorata dalla scienza, nelle vicende dei protagonisti di questo film inchiesta, che piazza il microfono davanti a persone che parlano di sé senza davvero sapersi spiegare. L’incertezza persiste, soprattutto di fronte alle numerose contraddizioni che si colgono nelle loro vicende, solo raramente caratterizzate da una totale astinenza. Sulla questione della loro identità era senz’altro doveroso infrangere il silenzio, tuttavia pare che la chiarezza sia ancora molto lontana. E, per il resto, rimane da chiedersi se il disinteresse per qualcosa possa davvero costituire, di per sé, una questione degna di qualche interesse.   

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