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Piccole crepe, grossi guai

Regia di Pierre Salvadori vedi scheda film

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La recensione su Piccole crepe, grossi guai

di miss brown
4 stelle

 

locandina

Piccole crepe, grossi guai (2014): locandina

Antoine è il 45enne chitarrista della rock band Maalox (!) Ormai scoppiato, cocainomane e depresso, abbandona definitivamente il palcoscenico. Per un po' si mantiene con lavoretti saltuari in bar e ristoranti da cui, rissoso e poco affidabile com'è, viene regolarmente licenziato. Finché un'impiegata dell'agenzia di collocamento, impietosita, falsifica il suo curriculum e lo sistema come portinaio di un grosso condominio borghese nel centro di Parigi che ha visto tempi migliori. Tutto il film si svolge intorno al cortile del palazzo di cui lo stralunato Antoine si prenderà d'ora in poi cura (il titolo originale, come sempre maltradotto, è DANS LA COUR).

Feodor Atkine, Catherine Deneuve, Gustave Kervern

Piccole crepe, grossi guai (2014): Feodor Atkine, Catherine Deneuve, Gustave Kervern

 

 

Gli inquilini. Serge e Mathilde sono una coppia di pensionati, anziani ma ancora attivi: lui prosegue come volontario l'attività di sindacalista che era la sua professione, lei è impegnata in una miriade di attività assistenziali, che però non la rendono felice; è insonne, depressa, ansiosa, a volte iperattiva, a volte totalmente passiva, quasi anestetizzata. Il 27enne Stéphane è un tossico, piccolo spacciatore e ladro di biciclette. Promessa del calcio, a 17 anni aveva giocato nel Milan ma per un guaio al ginocchio la sua carriera si è presto bruscamente interrotta; da allora vuole solo dimenticare. M. Maillard è un architetto puntiglioso e perfezionista, il classico condomino rompiscatole e insopportabile. M. Vigo è un vecchio cieco a cui Mathilde ogni giorno va a leggere il giornale: ma solo le cattive notizie, anche se è anziano e handicappato lei ritiene suo dovere mantenerlo in contatto con la dura realtà; e lui si vendica buttando in pattumiera i piatti rigorosamente vegetariani che lei si ostina a cucinargli. E infine c'è Lev, un energumeno polacco: di giorno guardia giurata in un centro commerciale, di notte dorme di nascosto col suo enorme cane nel locale caldaia. Appena può cerca di rifilare a chiunque gli opuscoli di un santone new age ("Prima di conoscerlo ero un uomo molto cattivo"). Di tutti loro Antoine diventa gradualmente il confidente, in qualche caso il complice.

Catherine Deneuve, Gustave Kervern, Michèle Moretti

Piccole crepe, grossi guai (2014): Catherine Deneuve, Gustave Kervern, Michèle Moretti

 

Intanto Mathilde scopre che nel mezzo di una parete del suo soggiorno si è formata una lunga crepa orizzontale, e inizia ossessivamente a monitorarla. Nonostante una perizia tranquillizzante dei tecnici comunali, sempre più confusa e irrazionale si convince che interi palazzi tutto intorno stiano per crollare, ma la catastrofe è solo nella sua testa. Con gran costernazione del marito, impotente, si fa aiutare da Antoine e dall'amica libraia esoterica Colette in un'opera di sensibilizzazione dei vicini, scatenando il panico nel quartiere.

 

Giunto al settimo lungometraggio senza aver prodotto nulla di particolarmente memorabile - gli ultimi due erano commedie romantiche con Audrey Tatou - lo sceneggiatore e regista Pierre Salvadori aspirava a creare un collage di personaggi nello stile della migliore commedia all'italiana degli anni '60. Purtroppo non è Dini Risi e nemmeno Woody Allen, e quello che ne è uscito è un film sulla depressione decisamente deprimente. Tutti i personaggi di questo microcosmo soffrono di una qualche nevrosi, ansia o paranoia e per tutto il tempo lo spettatore, lottando con l'irritazione e la noia, li vede affondare gradualmente in questo deludente pasticcio, che naufraga in una collezione di barzellette. Mi chiedo in base a quali parametri questo film sia stato chiamato a rappresentare la Francia all'ultimo Festival di Berlino. Inoltre il trailer è fuorviante, perché dà l'impressione che si tratti di una commedia, mentre ne siamo molto lontani.

 

Quanto agli attori fanno quello che possono con il copione che hanno in mano, non convenzionale nelle intenzioni ma perbenista nei risultati. Catherine Deneuve se la cava abbastanza bene nei panni della petulante e maniacale Mathilde, mentre il co-protagonista Antoine - l'attore e regista Gustave Kervern - non fa molto di più che portare in giro il suo corpaccione ingombrante, e borbottando per tutto il film rende incomprensibile metà delle sue battute. Fra gli altri personaggi l'unico ben scritto, e con una storia di autentica disperazione da raccontare, è l'ex calciatore Stéphane, ben interpretato del bel Pio Marmaï. Per quanto riguarda l'infausto finale, è decisamente ipocrita e posticcio. In definitiva un pregio questo film ce l'ha: non mi lamenterò mai più delle bizzarrie degli abitanti del mio palazzo, avrebbero potuto capitarmene di molto peggiori.

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