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La vita di Adele

Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film

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La recensione su La vita di Adele

di unicorno22
9 stelle

Dopo molti anni che il cinema ha affrontato e dibattuto la tematica dell'omosessualità con ‘La vita di Adele’ si è arrivati finalmente al film che si posiziona al di sopra di ogni pellicola preesistente sull’argomento. E’ un capolavoro il film di Kechiche, di recitazione prima, di regia poi. Tutta la storia è retta dalla giovane protagonista Adele (Adele Exarchopoulos) che scopre, dopo un rapporto sessuale con un ragazzo della sua età dal quale è rimasta insoddisfatta, la sua attrazione verso il sesso femminile. Avviene così l’incontro con Emma (Lea Seydoux), una studentessa di Belle Arti con la quale s’instaura presto una relazione. Nel secondo capitolo vedremo l’evolversi di questa storia. E’ tutto qui, narrativamente una storia piatta, ma di un’intensità disarmante. Quasi tre ore di primi e primissimi piani sui volti delle protagoniste, la regia sottolinea ogni espressione del volto delle due attrici, in particolare di Adele, niente è lasciato al caso e permette allo spettatore di immagazzinare qualunque sentimento che viene espresso dalla loro interpretazione, ma il merito maggiore del regista è quello di porre su un secondo piano, quasi invisibile, la tematica omosessuale della vicenda, per risaltare invece la purezza dell’amore che lega l’attrazione tra i due corpi. Si potrebbe ragionare addirittura in modo matematico, se infatti alla co-protagonista del film, Emma, sostituissimo un personaggio maschile, la storia non perderebbe né d’intensità, né di valore, né tantomeno di senso, come a dimostrare che quello che il film ci racconta non è una storia d’amore lesbo, ma molto più semplicemente una storia d’amore. Nessuna analisi sociale, niente moralismi e soprattuto alcuna descrizione di carattere psicologico. Della famiglia di Adele ci viene mostrato poco ad esempio, qualche scena all’inizio, ma non sappiamo cosa pensano i suoi genitori della vita della figlia e di questa sua natura ‘diversa’, le amiche di scuola che all’inizio prendono in giro la loro compagna poi scompaiono del tutto dalla vicenda e rimangono solo loro due, Emma e Adele. Kechiche riesce ad isolare la vita delle due protagoniste da qualunque contesto ed è abilissimo a non cadere in quei cliché narrativi retorici e scontati nei quali era molto facile incappare e si concentra invece solamente nel condurci attraverso le varie fasi di un rapporto sentimentale, da quello della conoscenza e dell’imbarazzo iniziale, passando per la sua proiezione più intima che trova sfogo nel contatto dei corpi e nella liberazione della libido attraverso il sesso, fino a quello della convivenza e della ricerca di una maturazione. Forse mai, prima di adesso, si era riusciti a trattare un tema come questo in maniera, oserei dire ‘normale’, come una qualunque storia d’amore. 

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