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Alì ha gli occhi azzurri

Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film

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La recensione su Alì ha gli occhi azzurri

di FilmTv Rivista
8 stelle

Ostia, periferia e lungomare di Roma, inverno. Due ragazzi di sedici anni rubano un motorino, fanno una rapina e puntuali, alle nove, entrano a scuola. Nader e Stefano: uno è egiziano ma è nato a Roma, l’altro è italiano ed è il suo migliore amico. Anche Brigitte, la fidanzata di Nader, è italiana ma proprio per questo i genitori del ragazzo sono contrari al loro amore. Nader allora scappa di casa, non prima di avere commesso un altro errore: l’accoltellamento di un rumeno in una discoteca. La fuga dalla famiglia coincide così con una sorta di iniziazione, di passaggio dall’adolescenza a una maturità che tarda ad arrivare. Sullo sfondo dell’ennesima strepitosa fotografia di Daniele Ciprì, Claudio Giovannesi (regista, cosceneggiatore e coautore delle musiche), qui al secondo lungometraggio dopo La casa sulle nuvole, riprende in mano la lezione pasoliniana (fin dal titolo, tratto da una poesia di Pier Paolo: «... dietro ai loro Alì dagli Occhi Azzurri, usciranno da sotto la terra per uccidere, usciranno dal fondo del mare per aggredire, scenderanno dall’alto del cielo per derubare...»), aggiornando gli accattoni ai tempi dell’integrazione multiculturale e multireligiosa. La macchina da presa pedina i suoi personaggi reali (Nader e Stefano, interpretati dai perfetti Nader Sarhan e Stefano Rabatti, vivono davvero a Ostia e hanno davvero vissuto gli episodi qui ricreati) nel degrado di una periferia rassegnata. Il suo occhio vuole mostrare, non dimostrare, e il risultato è una prova d’autore coi fiocchi, una rico- gnizione antropologica sull’Italia del Nuovo Millennio. Belli e intensi anche i volti che circondano i due protagonisti.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 47 del 2012

Autore: Aldo Fittante

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