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Bakhita

Regia di Giacomo Campiotti vedi scheda film

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La recensione su Bakhita

di mm40
1 stelle

Una ragazzina africana viene deportata alla fine dell'Ottocento per essere venduta come schiava. Finisce in Veneto, dove viene cresciuta come serva e impara cos'è la religione cristiana, abbracciandola.

 

Vita e opere di santa Giuseppina Bakhita, non proprio uno dei personaggi di spicco della religione cristiana. Ma la Rai ha ormai esaurito il calendario e a qualche figura cara al Vaticano bisognerà pur dedicare una nuova fiction. Ed eccoci così a Bakhita, la santa africana, lavoraccio televisivo di qualità sorprendentemente sciatta, messo in mano a un mestierante del piccolo schermo senza scrupoli quale è Giacomo Campiotti (a discapito del quale bisogna riconoscere una buona padronanza dei mezzi cinematografici, d'altronde superflua e quindi non sfruttata in questa occasione). Un pasticcio di duecento canonici minuti di durata, sufficienti per la duplice trasmissione in prima serata; una sceneggiatura (di Filippo Soldi, Filippo Gentili, Dino Leonardo Gentili e del regista, tratta da Bakhita, inchiesta su una santa per il 2000 di Roberto Italo Zanini) che esonda patetico e in odore di razzismo, di quel razzismo per ignoranza, simulato malamente da sbandierata tolleranza, che appartiene in fin dei conti alla maggior parte del pubblico televisivo. A complicare la faccenda ci si sono messe poi le violente proteste da parte degli integralisti cristiani, che hanno visto nella ricostruzione della vita della protagonista una serie di invenzioni e di scorrettezze assolutamente imperdonabili: ma non è certo colpa degli sceneggiatori se la vita di Bakhita non è stata sufficientemente dotata di appeal televisivo. Nel cast: Stefania Rocca, Ettore Bassi, Teresa Acerbis, Ludovico Fremont, Sonia Bergamasco, Fabio Sartor, Fatou Kine Boye e un Francesco Salvi prete totalmente spaesato. Francamente uno dei punti più bassi raggiunti da Campiotti nella sua carriera di regista di fiction, lunga e folta di titoli. 1,5/10.

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