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The Pursuit of Unhappiness

Regia di Sherry Hormann vedi scheda film

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La recensione su The Pursuit of Unhappiness

di fratellicapone
6 stelle

E’ un film che mi ha ricordato vagamente Il diario di Bridget Jones ma questo è un lavoro senza dubbio migliore.

Le istruzioni per rendersi infelici sono semplici: nessuno ti dice niente e tu non ti accorgi che hai tutto per essere felice. Tiffany è una bella ragazza che ha abbandonato il pianoforte per gestire una bellissima salumeria per pranzi veloci. Il posto è ben frequentato da una clientela abituale e, insieme a lei, lavorano altre due ragazze e Brenno un ragazzo silenzioso e assorto che intaglia carote e prepara dolcetti con un biglietto con un pensiero di filosofi famosi. Tiffany ha una vita scandita dalla ripetitività e dal meccanico ripetersi delle azioni, Si sveglia alle 03.30, spegne la sveglia, si solleva dal suo lettino da single piegando accuratamente la coperta e il lenzuolo, mentre si alza si leva il pigiama e va a salutare un grosso uccello esotico che tiene in una grande gabbia. Corre al mercato, becca sempre un semaforo rosso sempre lo stesso, e arriva nel negozio portando le cose da cucinare. Tiffany si sente brutta e inadeguata e quando è così, cioè sempre, diventa insopportabile. La madre, donna bella e sensuale, è morta da anni ma Tiffany la vede sempre presente ed invadente in casa sua. E’ un continuo e sprezzante rimprovero verso la figlia. Ma alla fine Tiffany ce la farà e finalmente, dopo una parentesi con un poliziotto strampalato, si innamora di un giovane fotografo che frequenta assiduamente il suo bel ristorante.

Tornerà a suonare il piano e tutti nel palazzo e nel negozio capiscono che finalmente Tiffany ha trovato la felicità.

E’ un film senza grandi pretese di contenuti ma realizzato bene e con attori molto validi.

 

 

(visto a Goethe Institut di Palermo in tedesco con sottotitoli)

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