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Captain Phillips - Attacco in mare aperto

Regia di Paul Greengrass vedi scheda film

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La recensione su Captain Phillips - Attacco in mare aperto

di nickoftime
6 stelle

Capita di rado di imbattersi in blockbuster girati all’insegna del realismo e del rigore. L’eccezione che conferma la regola è rappresentata dalla storia di Captain Phillips, film che riconsegna Tom Hanks al cinema che conta dopo il marketing del dittico dedicato alle avventure del dottor Lengdon. Se la materia prima è fornita dal dirottamento della nave mercantile statunitense Maersk Alabama avvenuto nel 2009 al largo delle coste dell’Africa settentrionale, artefice del miracolo cinematografico è quel Paul Greengrass diventato famoso per aver diretto due episodi delle avventure di Jason Bourne ritenuti ancora oggi il tentativo più riuscito di action movie capace di tenere insieme i voli di una fantasia ipercinetica con la concretezza di uno sguardo a misura di essere umano. Protagonista assoluto il capitano Richard Phillips, di cui a parte il nome sappiamo poco o nulla, se non la tristezza che lo accompagna nella sequenza iniziale quando il commiato dalla moglie si carica di incertezza e di presagi. A dirci qualcosa in più sono le immagini successive che ce lo presentano per la prima volta in uniforme all’interno della nave. Meticoloso ed essenziale, l’uomo sembra in grado di tenere a bada l’umore della ciurma con l’esempio e la perentorietà degli ordini. Qualità che non basteranno ad impedirgli di finire in ostaggio insieme ai suoi uomini di una banda di pirati decisi a lasciarli andare solo dietro il pagamento di un esoso riscatto. Proveniente dal documentario l’inglese Paul Greengrass non ha mai dimenticato il primo amore e, dopo aver esordito nella fiction con il sorprendente Bloody Sunday, cine cronaca di uno degli eventi più drammatici della lotta d’indipendenza dell’Irlanda del Nord, ha ripetuto anche in America la formula di quel successo, alterandola quel tanto che basta per renderla commestibile ai gusti del pubblico locale. Per questo, partendo da presupposti largamente risaputi – il dirottamento del volo United Airlines 93 nel fatidico 11 settembre 2001 di "United 93", la guerra in Afghanistan e la gestione del territorio appena conquistato da parte della coalizione americana in "Green Zone" – Greengrass film dopo film ha sempre provveduto a rielaborare le dinamiche dell’agire umano in chiave drammatica ed insieme spettacolare, diminuendo al contempo le istanze d’impegno politico e civile presenti nei lavori giovanili. Questa pellicola non è da meno quando, ragionando sui motivi del drammatico abbordaggio da parte dei pirati somali, evita di soffermarsi sulle ragioni geopolitiche di quel comportamento (a cui peraltro non è estranea l’ingerenza delle potenze occidentali) per orientarsi su una ricostruzioni “in diretta” che privilegia empatia e fattore umano. Affidando a Tom Hanks il compito di rappresentare la parabola esistenziale di “un uomo tranquillo” travolto da forze più grandi di lui – ad un certo punto gli esiti dipenderanno dalle forze militari statunitensi venute in soccorso dell’equipaggio – e costretto a confrontarsi con una disperazione che non lascia alternative, Greengrass mette al sicuro il risultato grazie alla sofferta immedesimazione dell’attore americano. Con uno stile che non prevede alternative al nervosismo della camera a mano ed al ritmo sincopato del montaggio, Captain Phillips è un film che si colora di claustrofobia e d’autentica ossessione quando decide di tagliare qualsiasi riferimenti al mondo esterno, concentrandosi su quello che avviene all’interno della nave prima, e poi nella scialuppa di salvataggio dove i cattivi si rifugiano con l’ostaggio più prezioso. Una decisione che conferisce al film una fisionomia monocorde, soprattutto nella seconda parte, in cui per raggiungere il climax la narrazione si presta ad una dialettica tra vittima e carnefice ripetitiva e scontata, imperniata sul paragone tra la potenza del dispositivo militare statunitense, esibito nella progressione dei preparativi del piano d’attacco, e l’inadeguatezza di quello dei pirati africani, con i leader del commando impegnati a rivaleggiare sulla bontà delle rispettive strategie. Per Tom Hanks si parla già di una candidatura ai prossimi Oscar. Se cosi fosse sarebbe comunque una scelta meritata.
(amazingcinema.it)

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