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Jobs

Regia di Joshua Michael Stern vedi scheda film

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La recensione su Jobs

di OGM
8 stelle

Molto fiuto e pochi scrupoli. È la semplice ricetta di un sognatore. Un conquistatore che ha creduto, fin dal principio, che l’impossibile appartenesse a questa Terra. E  che non esistessero ideali all’infuori di quelli in grado di cambiare la realtà. La follia, per Steve Jobs, era la convinzione che l’illimitatezza della mente umana fosse il riflesso delle infinite opportunità concretamente offerte dalla vita: strade aperte, invisibili più, ma perfettamente praticabili a chiunque abbia il coraggio di pensare diversamente. Uno spirito libero non conosce confini. Nemmeno quelli della morale, della lealtà, della fedeltà, dell’amicizia. Il cerchio della solitudine si stringe intorno al genio, ma intanto il mondo circostante si dispone ad accogliere il marchio indelebile del suo passaggio, lasciandosi docilmente trasformare. Questo biopic  descrive il percorso di una volontà dominatrice e creatrice, una forza in cui la determinazione era parte della stessa sostanza delle idee che la alimentavano. Nell’anima del leggendario fondatore di Apple, una ferrea continuità legava il concepire e il fare, il desiderare e l’ottenere. Il filo conduttore della sua storia è sobrio e duro come la sua immagine degli ultimi tempi, ormai vistosamente segnata dalla malattia: una fibra di energia concentrata, piccola ed efficiente come la scatola di un ipod. Crescere significa espandersi dentro, diventando ricchi ma restando piccini, come un tesoro in forma di giocattolo, un miracolo affabile e a portata di mano. È questo il segreto del successo: regalare a tutti l’illusione di un’onnipotenza che costa poco e non richiede impegno, perché è uno strumento sempre pronto a servire chi lo possiede, senza porre domande.    L’obiettivo di Joshua Michael Stern rimane incollato alla figura del protagonista, per registrare, nei suoi sguardi, nei suoi gesti, nella sua andatura,  tutti gli enigmatici, eppure vividi, segni della sua visionarietà guerriera: le tracce di una rivoluzione messa in atto scavando con le dita nel terreno arido di una società competitiva, perennemente intenta a correre diritta verso il traguardo, ma incapace di uscire di pista per scoprire vie alternative, ed andare davvero incontro ai bisogni della gente.  Il giovane Stevie parte da un laboratorio artigianale realizzato nel garage di casa ed arriva, in vent’anni, a costruire un gigantesco impero industriale: potrebbe essere la consueta saga del self-made man, se non fosse che, alla ricerca del massimo, si sostituisce la ricerca dell’altro. Lo scopo non è la gloria, ma l’originalità. Perché la vittoria si identifica con l’atto di sorprendere, il nemico come l’amico, il pubblico e la concorrenza. In JOBS un eccezionale Ashton Kutcher fa rivivere la ribelle inflessibilità di uno schiavo della propria immaginazione: il viaggiatore di un cammino accidentato perché troppo diretto. Un itinerario tortuoso perché totalmente coerente.   

 

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