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The Possession

Regia di Ole Bornedal vedi scheda film

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La recensione su The Possession

di giurista81
4 stelle

Il Maestro Sam Raimi produce e il promettente regista danese Ole Bornedal dirige un horror basato su una sceneggiatura ispirata (si dice) a una storia vera. Gli ingredienti per fare bene ci sono tutti, eppure il risultato finale è altamente deludente.

The Possession è il classico filmetto che un tempo si definiva da cassetta, un'opera da debuttanti che ricalca gli stilemi su cui hanno fatto fortuna dozzine e dozzine di film. Ecco che sorprendono i nomi che stanno all'origine della pellicola. Bornedal, astro nascente della cinematografia danese degli anni novanta, emerso nel 1994 col film Il Guardiano di Notte al punto da esser chiamato a Hollywood per dirigerne un remake americano, gira in modo buono ma impersonale. Il copione, non privo di buchi di sceneggiatura (si veda l'uscita di scena dell'amante della moglie del protagonista o il tempo che passa quando quest'ultimo insegue la figlia all'interno della sala mortuaria e tutti gli altri sembrano esser spariti nel nulla), è altamente derivativo, fortemente debitore de L'Esorcista di Friedkin. Gli sceneggiatori riprendono l'idea della bambina, posseduta da un demone (qua intrappolato in un'apposita scatola), che soffre della separazione intercorsa tra i genitori. Ripetuti i cliché relativi alla visita psichiatrica e all'atteggiamento del padre che grida in faccia al demone di entrare dentro di lui così da liberare la figlia. Al posto del parroco cattolico, si ricorre a un officiante ebraico. 

La costruzione del ritmo è crescente, con una prima parte lentissima ed estremamente noiosa. Alla fine viene fuori un prodotto tecnicamente passabile (con tanto di computer grafica per rappresentare il demone che fuoriesce dalla bocca dell'indemoniato), ma poverissimo nei contenuti. Alcune sequenze eccessive (l'inizio con una donna che viene spezzata in due dal demone o la piorrea immediata che colpisce l'amante della moglie del protagonista) rendono assai poco verosimile pensare che quanto narrato sia davvero successo. Mediocre, ma ben realizzato. 

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