Espandi menu
cerca
The Possession

Regia di Ole Bornedal vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Furetto60

Furetto60

Iscritto dal 15 dicembre 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 45
  • Post -
  • Recensioni 2007
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Possession

di Furetto60
5 stelle

Horror classico. Formula tipica. Nessun elemento di novità, confezione dignitosa.

Il regista danese, Ole Bornedal, sceglie stavolta di misurarsi con il genere horror, proponendo un copione che più scontato non si può: una bambina, Em viene casualmente in possesso di una misteriosa scatola, intarsiata da indecifrabili incisioni, acquistata al mercato delle pulci dal padre. La bella e brava figliola, vive con la sorella e la mamma Stephanie insieme al suo nuovo compagno, in quanto i genitori sono freschi di divorzio,Il papà Clyde, un brillante allenatore di basket, vede le figlie solo nei week- end, seguendo lo schema classico, genitore preso totalmente dal lavoro e madre ossessiva-protettiva che rinfaccia la colpa della rottura, all’assenteismo del marito. La piccola una volta in contatto con l’oggetto, ne subisce una morbosa attrazione e inizia a patire un’ inquietante metamorfosi fisica e caratteriale, scopriremo presto che in sostanza è posseduta da uno spirito malefico, che dimora in questa scatola maledetta, una scatola Dibbuk, ovvero una scatola che non ha serrature, in quanto concepita per non essere mai aperta, perché occupata da spiriti malefici, che vagano sulla terra per impossessarsi soprattutto di corpi giovani e innocenti, dalle cui anime traggono nutrimento. Anche la trafila alla quale è sottoposta la piccola a causa del suo repentino cambiamento è la solita. Dal momento in cui inizia a comportarsi in modo strano i genitori, peraltro come già detto, all’inizio della storia in forte contrapposizione e polemica, sono persuasi che si tratti, di una fisiologica reazione alla recente separazione, parlano prima con le insegnanti che hanno notato un aumento dell’aggressività e un calo del rendimento, poi con alcuni psicologi e, infine, sottopongono la bambina a visite mediche approfondite, grazie a cui si constata finalmente una presenza estranea e malefica all’interno del corpo. Solo a questo punto finalmente la mamma si convince della pista soprannaturale e fa fronte comune all’ex marito, che già aveva intuito l’esistenza di questa entità maligna, affidandosi ad un esorcista molto sui generis, per neutralizzarla. La trama, in sé, non offre alcuna novità e la maggior parte dei passaggi sono prevedibili, alcuni addirittura ridicoli, si pensi alla manina che esce dalla gola della protagonista. Tuttavia con qualche sforzo si possono apprezzare alcuni, pochi in verità, pregi. Molte tra le scene più inquietanti sono riprese in piena luce e in spazi aperti e l’insieme di questi due elementi è abbastanza ansiogeno, per effetto paradosso. Però, la nota interessante è il riferimento a una leggenda metropolitana, che racconterebbe che l’antico contenitore maledetto il “dibbuk” messo in vendita su e-bay abbia portato immense iatture, a chi malauguratamente ne è venuto in possesso. La verità su questo cofanetto intagliato a detta di Sam Raimi il produttore, peraltro soggetto di parte, interessato ad alimentare questa leggenda, per ovvi motivi commerciali, sarebbe documentabile e se ne conoscerebbe anche l’attuale proprietario, curatore di un museo universitario. Il regista avrebbe poi raccolto testimonianze di gente venuta in contatto di queste scatole, scoprendo che certi fenomeni, raccontati poi nel film, sarebbero capitati anche a loro, perseguitati da una serie infinita di eventi inquietanti e inspiegabili. Pleonastico esprimere “scetticismo”, d'altronde ci vuole sempre una dose di sospensione dell’incredulità per riuscire a divertirsi, però è ovvio che la cinematografia horror, per definizione, ha bisogno di attingere a questa narrativa, in bilico tra realtà e fantasia, oltretutto ha il fiato corto, non propone idee nuove e perciò rimescola sempre gli stessi ingredienti, per cercare di attirare l’attenzione del pubblico.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati