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Grandi speranze

Regia di Mike Newell vedi scheda film

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La recensione su Grandi speranze

di supadany
6 stelle

Dopo l’incommentabile “L’amore ai tempi del colera”, il 70enne Mike Newell ci riprova con la trasposizione di un altro romanzo “sacro”, già più volte proposto al cinema, e compie sicuramente un lavoro migliore, almeno in alcune delle sue componenti anche se poi manca quello scatto verso qualcosa di più importante.

A Pip (Jeremy Irvine) la vita non sembra voler destinare niente di buono; una vita in povertà, con una sorella maggiore (Sally Hawkins) che lo maltratta.

Poi in poco tempo s’imbatte in un carcerato in fuga (Ralph Fiennes) e Miss Havisham (Helena Bonham Carter) che gli presta un aiuto ed all’improvviso sopraggiunge un anonimo benefattore che gli offre la possibilità di trasferirsi a Londra ed entrare nella società che conta.

Per lui cambierà rapidadamente tutto, ma arriverà anche il momento di confrontarsi con la verità.

 

 

Per questo lavoro Mike Newell, o chi per lui (produzione?), compie sicuramente due scelte appropriate ovvero affidare il compito di scrivere la sceneggiatura a David Nicholls (“One day”) e di far curare la fotografia a John Mathieson.

Due buone collaborazioni, soprattutto per il secondo, visto che la cupezza dei colori contribuiscono ad ottenere una forma che allontana il film dal primo rischio concreto, ovvero di finire con l’essere semplicemente calligrafico.

Poi, per quanto il racconto sia solido, appare anche un po’ sommario, mescola ovviamente tante tematiche (una forte ambizione, la vendetta, l’amore, il confronto tra sfrontata ricchezza e povertà vissuta senza invidia) finendone avvinghiato, correndo il pericolo di essere poco risoluto.

Qualcosa c’è da ridire anche sul cast; se Ralph Fiennes e Helena Bonham Carter sono due stelle chiamate per giunta in ruoli fin dalla forma a rischio rigetto (quindi il coraggio si aggiunge alla bravura), sugli interpreti più giovani non scatta di certo il colpo di fulmine; sia Jeremy Irvine che Holliday Grainger non mancano di impegno, ma la resa effettiva (al più sufficiente) non eguaglia le intenzioni.

Rimane un film che ripaga lo sguardo grazie all’atmosfera d’insieme, forte comunque delle pieghe intrinseche alla storia, ma poi non si arriva ad apprezzarlo fino in fondo.

Comunque pienamente sufficiente.

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