Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Ultimo film di Melville con il suo stile inconfondibile che è quello dei silenzi, quindi dialoghi ridotti all'osso, dell'introspezione psicologica e della suspense che fruga nei minimi gesti ed azioni, facendo una vera analisi intima dei comportamenti. Un analisi logica dell'azione nei minimi particolari, tanto da metterci in una visuale fortissima di indagine personale, certamente un tipo di cinema che affascina in maniera inusuale. Qui continua la sua collaborazione con Delon che in mani sue diventa uno brillante luminoso, come era successo negli altri due film con cui aveva collaborato, come sempre i ruoli femminili sono ridotti all'osso, ma la Deneuve pur avendo poco posto nella scena ha un ruolo efficace e decisamente importante, anche se poco visibile. Un film che la critica non apprezzò molto, e lo stesso regista non amò molto, che sembra una vera e propria rivisitazione dell'intero cinema di Melville, ma ci sono le sequenze delle rapine che sono davvero magistrali e piene di dettagli che nessun altro regista è riuscito mai a mettere in evidenza come ha fatto lui.
Una storia che con i suoi silenzi prende l'azione
Ultima sua regia, purtroppo, ed anche se questo film non lo ha amato rimane sempre targato da lui al meglio
Come sempre Delon brilla con Melville
ottima partecipazione di azione
una presenza lieve, ma ottima
come sempre Melville curava al massimo i caratteristi e lui ha risposto al meglio
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