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7 psicopatici

Regia di Martin McDonagh vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 7 psicopatici

di zombi
2 stelle

film faticoso nella prima parte che ha l'ardire di sbatterti in faccia tutta la sua presuntuosità e arroganza fin dalle prime immagini con michael pitt e michael stulbarg, killers che dilettano fastidiosamente mentre attendono di adempiere ai loro compiti, salvo finire sparati da un killer incappucciato che gli fa saltare le cervella, manco fossimo in un 3d warholiano degli anni settanta. il protagonista(farrell) è uno scrittore per il cinema in crisi creativa, che beve come un lavandino e vuole scrivere qualcosa che non siano le solite sparatorie e scene d'azione per cui hollywood lo paga profumatamente. il suo migliore amico(rockwell) è uno che pur di non lavorare, rapisce(o come dice lui "prende in prestito")cani per poi restituirli ai padroni incassando la ricompensa, con l'aiuto di un vecchietto(walken)con moglie ricoverata per un tumore al seno. fanno l'errore di prendere in prestito il cane di un boss malavitoso(harrelson)e da qui si scatena l'orgia mentale di regista/sceneggiatore che fa svolgere tutta la seconda interminabile parte in mezzo al deserto, dove i tre non avendo niente di meglio da fare fantasticano su come potrebbe venire la sceneggiatore dello scrittore-beone. quella che a tutti gli effetti sembrerebbe essere una critica alla poca fantasia creativa degli scrittori che timbrano il cartellino a hollywood, beandosi delle loro ville con piscina e sputando quindi amabilmente nel piatto in cui mangiano, è in effetti una stronza e petulante rimasticatura pulpeggiantemente fuori tempo massimo di certo cinema che forse il signore guarda colpevolmente a casa nel suo lettore dvd. l'8 e mezzo sotto guttalax di martin mcdonagh, ricorda il pilot di una serie nata morta con una tale accozzaglia di nomi in cartellone buttati allo sbaraglio da rimanere totalmente indifferenti. non sono di certo gli occhioni perennemente sbarrati del maschione farrell col blocco dello scrittore a scatenarmi l'ansia, quanto piuttosto il totale disenteresse da parte del signor mcdonagh a dare una direzione che sia una su come recitare agli attori, se non urlare, strabuzzare, impugnare cannoni o smaniare in preda ai deliri influenzali di plot su plot, padri persecutori di assassini o vietnamiti giunti negli states per vendicarsi di una guerra assurda come tutte le guerre. l'unico che si salva è christopher walken che grazie al suo talento, alla sua faccia e alla sua calma ha dato un tocco malinconico al suo personaggio e alla sua parte di storia. non male nemmeno tom waits e il suo segmento. quello che non mi ha convinto è che come capita spesso in chi vuole puntare un dito, è di rimanere vittima dei suoi stessi pregiudizi. la pretesa del signor mcdonagh di criticare una fabbrica di entertainment, "vale merda quanto pesa" come direbbero le amabile signore del sud di steel magnolias, e tutto il suo sangue, pistoloni puntati e colpi che versano secchiate di sangue non fanno altro che annoiare esattamente come i chilometri di battute recitare scolasticamente dai nomi del cartellone. quando poi qualcuno saprà usarmi quello splendore di abbie cornish(come fece qualcuno di nostra conoscenza in bright star) e non sprecarmela in quella che è poco più che una comparsata, mi faccia una telefonata. che pessimo spreco di tempo. 

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