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The Wholly Family

Regia di Terry Gilliam vedi scheda film

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La recensione su The Wholly Family

di Scappo24
6 stelle

RIMINI, DOMENICA 20 NOVEMBRE. E’ stato un vero piacere assistere alla proiezione di questo corto proprio assieme all’autore e all’attrice che lo hanno creato: Terry Gilliam e Cristiana Capotondi. Chi l’avrebbe mai detto avrebbero collaborato assieme il maestro di Minneapolis e la trentunenne romana? Il regista di Brazil e Paura e Delirio a LasVegas che collabora con la giovane attrice che debuttò in Vacanze di Natale ’95 poi arrivata alla ribalta con Notte Prima Degli Esami e Come Tu Mi Vuoi fino al recente La Kryptonite Nella Borsa. I due, che sono sembrati abbastanza affiatati, stanno promuovendo con successo questa loro fatica napoletana nella speranza, forse, prima o poi, di trarne un lungometraggio dopo aver comunque girato questi 18 minuti con totale libertà per il regista grazie alla buona produzione (la Pasta Garofalo) sopra ai soliti standard italiani. In questa breve ma festosa mattinata riminese al cinema Tiberio, Gilliam ha ritirato il premio Smiting, mentre il giorno precedente era stato insignito del premio Fellini, consegnato annualmente a registi di spicco mondiale e indubbia creatività. Ne sanno qualcosa Scorsese, Polanski, Lumet e Sorrentino.

Sulla trama

Una famigliola è in vacanza a Napoli e mentre il figlio (Nicolas Connoly) sta ammirando delle statuette dei pulcinella per le bancarelle, i genitori (mamma Capotondi e babbo Douglas Dean) sono occupati a litigare (davanti a palate di rifiuti) e ad ossessionarsi con il bambino per delle statuette che non avrà mai filtrando tutto come capriccio. Purtroppo così estremi vengono descritti simili a macchiette (il doppiaggio non aiuta!) e perdono di credibilità (la Capotondi era giusta per il ruolo?), quando però arriva il bello. Tornati in albergo il bambino tira fuori una statuetta che aveva furbamente rubato sotto gli occhi dei genitori che, come per magia, nella notte prende vita e porta con se il bambino nel mondo dei pulcinella e delle tipiche maschere partenopee, attraverso vari scenari pittorici degni del maestro Gilliam, tra cui un’ ospedale delle bambole rotte che esiste veramente. Sogni non così lontani dalla realtà?!

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