Regia di Gabriele Albanesi vedi scheda film
Secondo lungometraggio diretto da Gabriele Albanesi dopo il più conosciuto e sopravvalutato Il Bosco Fuori. Contrariamente a quanto si legga in giro, il sottoscritto ritiene che con questo Ubaldo Terzani Horror Show il giovane regista abbia fatto un bel passo in avant sotto il profilo qualitativo. In prima battuta il soggetto, dello stesso Albanesi, è più personale e assume una chiave metaforica con una serie di passaggi tesi ad attaccare il sistema produttivo italiano reo di sacrificare il cinema di genere sull'altare della televisione. Non manca inoltre una certa ironia anche nei confronti del cinismo di alcuni scrittori di horror che prendono le distanze, con fare altezzoso, dal cinema di genere. Questi sono i pregi dello script che, purtroppo, paga un epilogo non all'altezza dei primi 3/4 di film, a causa di un finale che sa di dejà vù e che va a penalizzare l'ottima caratterizzazione del personaggio interpretato da Paolo Sassanelli. Proprio quest'ultimo è l'altro valore aggiunto della pellicola. Sassanelli regala un'interpretazione magnetica (direi ipnotica con i suoi movimenti lenti ed enfatizzati nonché il continuo fumare un sigaro) come non se ne vedevano da tempo nei nostri film di genere, eclissando il protagonista (piuttosto anonimo) e reggendo quasi da solo un film che fa dell'atmosfera e del carisma di Terzani la componente preponderante. Albanesi infatti, tra una seduta e l'altra tra i due protagonisti, introduce una serie di sogni splatter dell'allievo di Terzani (piuttosto superflui e posticci) e poco altro, abbandonandosi poi nel finale in un "delirio" gore e splatter (Stivaletti sempre perfetto) quando invece, a mio avviso, avrebbe dovuto ricorrere a soluzioni più personali e magari esoteriche.
La regia non è male, anzi è la terza componente a salvare il prodotto stante la mancanza di particolari snodi narrativi. Presenza di un erotismo latente e perverso (anche omosessuale), Non eccelle la fotografia, musiche sufficienti.
Si segnalano svariati omaggi espliciti (tra i quali a Lucio Fulci e al suo Quando Alice Ruppe lo Specchio) e impliciti (Il Seme della Follia da cui si mutua l'idea dello scrittore horror pazzo). Citato anche Clive Barker (Terzani gli da del mediocre!? aaaarghhh!)
Nel complesso vale molto di più di quanto si dica. Albanesi è un regista da incoraggiare a proseguire! Voto: 7
Molto semplice, gioca soprattutto sulla caratterizzazione di Ubaldo Terzani e sulle critiche al sistema produttivo italiano e alla concezione dell'horror.
Ottimo, un vero guru ipnotizzatore.
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