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Lo Hobbit: La desolazione di Smaug

Regia di Peter Jackson vedi scheda film

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La recensione su Lo Hobbit: La desolazione di Smaug

di Fanny Sally
7 stelle

In questo secondo dei tre spin off de "Il Signore degli Anelli" (in verità si tratta di un romanzo scritto prima della trilogia), continua l'epopea dei nani della Montagna Solitaria, guidati nella riconquista del reame di Erebor dal re decaduto Thorin Scudodiquercia e accompagnati dall'hobbit Bilbo Baggins e dallo stregone Gandalf.

L'avventura diventa ancora più corale, allargandosi ad includere altri personaggi noti agli appassionati di Tolkien, ovvero gli elfi, pur con qualche licenza da parte di Peter Jackson, tra cui l'inserimento di un nuovo personaggio, una guerriera elfica Tauriel, impersonata da Evangeline Lilly.

L'azione e gli elementi fantastici si moltiplicano e si sovrappongono, sviluppando trame e sottotrame parallele che, se da un parte rendono il racconto più variegato, in alcuni punti aumentano la difficoltà a seguire i tanti fili narrativi che si intrecciano durante le consuete due ore e mezza.

Gli imponenti effetti digitali, gli scenari da favola e le meticolose ricostruzioni scenografiche, come sempre la fanno da padrone e permettono allo spettatore di immergersi in un universo alternativo ricco di magia, misteri e pericoli, ma anche pregno di valori e sentimenti, nobili e ignobili, che avvicinano questo mondo fantastico al nostro.

E se i momenti riflessivi e romantici sono minori che in passato, la parte tanto attesa, l'apparizione del temibile e immenso drago parlante Smaug, sputafuoco, avido e astuto, merita sicuramente un plauso per la messa in scena, la tensione e la caratterizzazione, elevandosi a vero protagonista di questo capitolo transitorio che vedrà la conclusione a fine anno.

Imperdibile per i cultori del genere e della storia, ma da guardare con mente aperta per i tolkeniani più radicali.

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