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Il Grinta

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Il Grinta

di cheftony
8 stelle

“Voglio vedere impiccato l'assassino di mio padre!”

Fine dell'800, vecchio West: Mattie Ross (Hailee Steinfeld) è una ragazzina di 14 anni a cui hanno appena ucciso il padre e rubato diversi averi di famiglia. Risoluta e straordinariamente sveglia, Mattie si incarica in prima persona di piccoli affari di eredità e amministrazione per tirar su una cifra decente da offrire ad un tutore della legge sufficientemente grintoso da rintracciare Tom Chaney (Josh Brolin), l'assassino del genitore.
Individua il suo uomo in “Rooster” Cogburn (Jeff Bridges), un vecchio sceriffo orbo ed ubriacone, dalla voce roca e segnata dagli anni e dai metodi assai spicci. La trattativa fra Cogburn e la ragazzina stenta ad arrivare ad una conclusione, senza contare l'intromissione del ranger texano LeBoeuf (Matt Damon), sulla scia di Chaney per un omicidio precedentemente commesso nel territorio del Texas.
Alla fine Mattie riesce a dar vita ad una spedizione a tre lungo l'ostile West per avere la sua vendetta, ma il viaggio nasconde, oltre alle ovvie asperità presentate dalla natura selvaggia e dai briganti che si possono incontrare nel tragitto a cavallo e nei pernottamenti, un'insidia rappresentata dalla difficile convivenza fra i tre collaboratori...

Tratto dal romanzo “True Grit” di Charles Portis, che già aveva avuto un adattamento cinematografico con l'omonimo film con John Wayne del '69 (che non ho visto. Fra l'altro John Wayne non l'ho mai tollerato...si potrà dire? Via il dente, via il dolore, va'!), questo “Il Grinta”, sceneggiato e diretto dai fratelli Coen nel 2010, è un'operazione filmica piuttosto particolare per i vulcanici Ethan e Joel: si mantiene il più possibile fedele al romanzo, è un western narrato e visto con gli occhi della giovane Mattie Ross, che sono inverosimilmente maturi, scafati, assetati di vendetta come quelli di un famelico cacciatore di taglie.
Proprio il fatto che cotanta determinazione provenga dalla figura di una ragazzina troppo intelligente e navigata per essere credibile è la chiave di volta di tutto l'apparato ironico che sorregge il film (e in cui i Coen hanno sempre sguazzato) e allenta una violenza che in vero è spesso presente e ricca di momenti piuttosto cruenti e spettacolari, in special modo in avvicinamento al finale.
Posso poi spendere solo buone parole per la regia, intelligente ovunque e funambolica quando serve, e per il resto degli addetti ai lavori, a partire dalla fotografia del consueto sodale Roger Deakins fino agli interpreti: la ragazza selezionata per il pedante ruolo di protagonista, Hailee Steinfeld, regge alla grande il confronto con un sottovalutato mostro sacro come Jeff Bridges e con i comprimari di livello Matt Damon (uno dei meno in palla, a mio giudizio), Josh Brolin e Barry Pepper. Magari qualche stacco di montaggio e qualche sfumatura sono stati fatti un po' con l'accetta, forse appositamente per richiamare un certo old-style, ma poco importa.
Con “Il Grinta” il western non è né omaggiato né rinato, ma rivisto attraverso la poetica e lo humour nero dei fratelli, logorroico e con pochi momenti d'azione ben cesellati fra dialoghi brillanti e contese verbali, restando un piccolo episodio a sé stante che non sbraca e non esagera. Forse sarà un lavoro minore della loro eccelsa filmografia, ma più semplicemente qui i Coen, seppur in maniera molto composta, giocano a fare i Coen. Ma lo fanno benissimo.

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