Regia di Wes Craven vedi scheda film
Penultimo film del Maestro, tra i meno geniali a mio avviso tra i guru dell'horror americano degli anni '80 e '70, Wes Craven. Il papà di horror culto come Nightmare, Scream e L'Ultima Casa a Sinistra, scrive e dirige quello che è un prodotto trito e ritrito che gioca sugli stilemi avviati sul finire degli anni '70 e proseguiti fino alla fine degli anni '90. My Soul to Take è un teen-slasher (specialità del regista) fuori tempo massimo che riprende Halloween di Carpenter (assai più pauroso), come Micheal Myers il male non muore mai, con una spruzzatina de L'Esorcista (il killer è animato da uno spirito immortale che lo rianima spingendolo a commettere omicidi anche quando sembrava morto) e molto di Scream. A differenza degli slasher movie di inizio secolo, c'è una discreta dose di gore su cui Craven si sofferma in contemplazione (si veda la scena di diversi secondi col sangue che piove sulle scarpe bianche di una ragazza appena assassinata). Da un punto di vista filmico (non sul versante di scrittura), il prologo è notevole. Craven piazza diversi momenti che fanno saltare sulla sedia. Bella, per la realizzazione, la scena con la donna scannata il cui sangue le sprizza fuori dalla ferita al collo a intervalli che simulano il battito del cuore. Notevole, visivamente, anche la sequenza dell'omicidio del ragazzo sul ponte. Craven sa creare atmosfera, su questo non ci sono dubbi. La fotografia, specie nelle esterne notturne, è notevole, con le nebbie basse che creano quel mix di vedo e non vedo che alimenta la paura. Ciò detto, però, resta un film costruito su un soggetto debole che, nel 2010, non può rendere memorabile la pellicola. Verrebbe da definirlo un prodotto di imitazione, se alla regia non ci fosse uno degli ispiratori del genere.
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