Regia di Ken Loach vedi scheda film
L'indagine condotta da Fergus sulla morte dell'amico Frankie, contractor inglese a Baghdad per un'agenzia di security, lo porterà a svelare segreti inconfessabili sulle violenze dei mercenari anglo-americani in Iraq e lo spingerà nel vortice di un'atroce vendetta. Confesso di nutrire una enorme nostalgia per il Ken Loach che ho follemente amato negli anni '90 (e che ho avuto il piacere di conoscere personalmente nell'occasione di un premio cinematografico consegnatogli nella mia città), il cantore dell'Inghilterra proletaria dell'indimenticabile trilogia composta da "Riff Raff", "Piovono pietre" e "Ladybird Ladybird". Purtroppo pellicole come "L'altra verità" (ma perché diavolo non hanno lasciato il titolo originale "Route Irish"?) non fanno che accrescere il mio struggimento: il film di Loach è un'opera ondivaga (anche se, per la verità, i cambi di registro nella narrazione sono tipici del fido sceneggiatore Paul Laverty) che inizia come una denuncia civile (ma invero un po' scontata) della violenza che insanguina l'Iraq occupato dalle truppe anglo-americane, per poi proseguire come una sorta di thriller e terminare nelle forme del più fiacco e prevedibile dei "vendetta-movie", palesando ancora una volta una certa stanchezza da parte del regista inglese che, negli ultimi dieci anni circa (diciamo da "Bread and Roses" in poi), sembra faccia fatica a ritrovare la freschezza di un tempo. Con stima immutata... ma oltre le due stelle non riesco ad andare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta