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Piacere, sono un po' incinta

Regia di Alan Poul vedi scheda film

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La recensione su Piacere, sono un po' incinta

di PompiereFI
4 stelle

Glielo vogliamo trovare un marito alla povera, sola e bruttina (nel film si dipinge così) Jennifer Lopez? Se qualcuno, alla domanda, ha avuto propositi scandagliativi non ha capito proprio niente: rinvenire l’uomo giusto è un lavoro serio, soprattutto per chi ricorre alla fecondazione artificiale nell’attesa di trovare uno sposo e conserva nel guardaroba vestiti per occasioni speciali come uscire con il primo formaggiaio che glielo fa annusare (il pecorino). “Piacere, sono un po’ incinta”, titolo disgraziato in linea con i contenuti, è un tentativo mal riuscito di commedia simpatica e buonista.


Jennifer Lopez, a 40 anni, ci affligge con i sorrisini da Lolita compiaciuta, racconta del suo primo bacio manco fosse una 13-enne, si lecca le dita durante la cena facendo finta di essere spontanea, ha ancora bisogno dei consigli della  nonna e recita come uno dei cani che dimorano nel suo negozio di animali. Il fatto che lei non voglia far sapere di essere incinta a un bamboccione yankee di provenienza  agreste ma coraggioso come una mammoletta, è molto poco vero, noioso e conforme. Con tanto di prove di dichiarazioni amorose davanti allo specchio e reazione inviperita di lui quando, alla prima trombata casereccia in mezzo a numerose forme di cacio, viene a sapere che nella pancia di J.Lo albergano ben due bebè.

Ne consegue un’altra sdolcinata tiritera in attesa del parto: il confronto tra la paura della paternità e la voglia di maternità. Sarebbe da sorvolare sull’illuminante soluzione al problema di non avere sufficiente denaro per la vita che verrà: basta un sorriso, una battuta che non c’entra niente e la crisi economica va a farsi fottere (almeno lei, che non si fa inseminare artificialmente). Non poteva mancare, trito e tristo sotterfugio narrativo, il solito devoto riferimento alla famiglia, all’importanza di sposarsi e procreare, pena l’esclusione dalla società e la sensazione di fallimento.

Ne abbiamo veramente piene le pance di romanticismi costruiti coi Lego ed eretti con lo sputo. Ridateci l’umanità e l’arguzia dei film con Carole Lombard.

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