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Mammuth

Regia di Gustave Kervern, Benoît Délepine vedi scheda film

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La recensione su Mammuth

di FilmTv Rivista
8 stelle

Per beneficiare completamente della pensione, Serge detto Mammuth (un po’ per la stazza, un po’ per il modello della sua motoretta, un “Mammouth” belga), artista del maiale (vedere per credere) è costretto a recuperare le ricevute dei versamenti previdenziali dei suoi precedenti lavori. Parliamo di occupazioni di trenta, quarant’anni fa. Bruscamente esortato dalla compagna Catherine, l’uomo rimette in sesto la mitica moto e viene inghiottito in uno strambo road movie sulle tracce di antichi padroni e vecchie cedoline. Verrà trattato male, respinto brutalmente, accolto con tenerezza dalla nipote - che con il pachidermico zio ha più di una affinità - ma anche ingannato da una scaltra fanciulla tipo Circe che rischierà la resa dei conti con la manesca Catherine. Dagli autori di Louise-Michel, gli acutissimi Gustave de Kervern & Benoît Delépine, una commedia a tratti grottesca e a tratti surreale sulla condizione post umana che determina la fine epocale della cultura del lavoro. La solidarietà di classe è un concetto dimenticato (emblematico il litigio di Serge con il macellaio del supermercato) e l’etica del mestiere è un vuoto a perdere; l’identità va quindi riformata procedendo a ritroso, riscoprendo affetti ed elaborando lutti (l’uomo è tormentato da Isabelle Adjani, fantasma sanguinante di un amore perduto) seguendo la scia del lavoro che fu. Il tutto connotato da intuizioni geniali (la scena a letto col cugino, citazione demenziale di Novecento ma senza Stefania Casini a condurre i giochi, è fantastica). Nella loro lunare follia, non si possono non adorare i due protagonisti, interpretati con mastodontica poesia da Depardieu, un grande Lebowski più debordante che dedica il film al figlio Guillaume, e dalla stratosferica Yolande Moreau (formidabile la sequenza dello spelling del suo cognome all’addetto del call center!), isole di umanità alla deriva come piscine-zattere (vedere per credere). Finale splendido con voce fuori campo di lei a riaccogliere il suo dolcissimo bastardo. Della nuova stagione cinematografica, ecco il film da battere.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 43 del 2010

Autore: Mauro Gervasini

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