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"Voci notturne"

Regia di Fabrizio Laurenti vedi scheda film

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La recensione su "Voci notturne"

di GIANNISV66
8 stelle

Gli anni '70 furono, sotto alcuni versi, l'età d'oro degli sceneggiati a sfondo esoterico. Il Segno del Comando in primis, che riscosse un enorme successo aprendo la strada a produzioni successive, nessuna della quali peraltro in grado di eguagliare l'ottimo lavoro di Daniele D'Anza, ma tutte di grande appeal sul pubblico televisivo di allora. Ricordiamo Ritratto di Donna Velata (con la partecipazione in un cameo della Sig.ra Argento ovvero Daria Nicolodi) e poi L'Amaro caso della Baronessa di Carini e il Fauno di Marmo (da un romanzo di Hawthorne). A metà degli anni '90 la RAI propose una serie in cinque puntate che sembrava davvero un omaggio a quella grande stagione di sceneggiati imperniati sul mistero: Voci Notturne, diretto da Fabrizio Laurenti ma scritto e ideato da Pupi Avati. Il regista bolognese aveva già sfiorato l'horror in quel capolavoro del thriller a tinte rosso sangue che è La Casa dalle Finestre che  ridono, ci si era tuffato nel meno riuscito ma non privo di fascino Zeder e di lì a poco avrebbe ripreso il discorso con l'ottimo L'Arcano Incantatore (che a parere di chi scrive deve molto, quanto ad ambientazione misteriche e a tematiche, a questo lavoro televisivo). Dunque era rinomato il fascino che l'esoterismo esercitava su di lui. Fascino cui Avati ha attinto a piene mani per costruire questa intricata vicenda dagli sviluppi estremamente complessi, in cui la sciagurata (per loro) ricerca di due studenti di architettura dal ritrovamento delle carte di un personaggio misterioso (Norberto Sinisgalli) li porta a trovarsi proiettati in un gioco ad incastri, di cui fanno parte antichi riti legati ai Pontifices della Roma arcaica e al ponte Sublicio, una storia di truffe perpetrate negli anni '30 dal sunnominato Sinisgalli ai danni degli ebrei (e dunque si fa pure un richiamo al nazismo, dittatura che tra le infinite nefandezze e disgrazie che la contraddistinsero ebbe anche una inquietante connotazione mistico-esoterica), e una vicenda di scandali e corruzioni odierne. Una storia avvincente, ben narrata, che tiene incollati allo schermo e regala allo spettatore più attento spunti interessanti per avvicinarsi a un mondo estremamente affascinante come quello dell'esoterismo (spunti di natura puramente intellettuale, sia ben chiaro, non si vuol certo far proseliti per chissà quale setta). Si arriva così al finale con il cuore in gola e con l'ansia di avere tutti quei chiarimenti necessari a far combinare i pezzi di un così multiforme mosaico.
Peccato (e qui c' è il limite più grosso di Voci Notturne) che le spiegazioni lascino lo spettaore con quasi tutti i punti interrogativi irrisolti.
Naturalmente questo di cui ho parlato è lo sceneggiato RAI, non il film che però (desumo leggendo la scheda) è stato tratto dallo stesso. Ne parlo con la speranza che la RAI lo ritrasmetta dopo quindici anni, durante i quali del lavoro di Laurenti e Avati si è persa ogni traccia, perché al di là dei limiti sopra esposti Voci Notturne è un prodotto di assoluta qualità che merita di essere riproposto.

Sulla trama

La vicenda prende le mosse dal ritrovamento nel Tevere  del cadavere di un giovane di cui si ignora l'identità. Le indagini portano a identificarlo (ma senza certezza) con uno  studente di architettura, Giacomo, che insieme all'amico e collega Stefano era giunto in possesso di una serie di documenti legati alla fugura di Norberto Sinisgalli, studente anche lui negli anni trenta e amante di una ricca e misteriosa signora legata a una setta esoterica. In realtà i dubbi nascono dal fatto che alla famiglia del giovane arrivano telefonate misteriose dall'America e per questo le indagini si spostano anche oltre oceano. La vicenda diventa sempre più intricata, da una parte l'omicidio sembra legato a una vicenda di corruzione politica (il padre del ragazzo è un personaggio di spicco nel mondo della finanza), dall'altra si fanno sempre più ingombranti le ombre di riti esoterici legati agli antichi pontefici, che erigevano ponti non solo fra le sponde dei fiumi ma anche tra la vita e la morte. Tra misteri spaventosi e rivelazioni inquietanti si procede verso il finale........

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