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Green Zone

Regia di Paul Greengrass vedi scheda film

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Stuntman Miglio

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La recensione su Green Zone

di Stuntman Miglio
6 stelle

"Le ragioni sono sempre importanti! Sono l' unica cosa importante!!!!!" Queste sono le parole urlate da un imbestialito Matt Damon al viscido politicante della Casa Bianca accusato di essere nientepopodimenochè uno dei diretti responsabili della guerra in Iraq. Come dargli torto?? Peccato che la teoria dietro la quale graviti la morale di "Green zone" sia un pò troppo consolatoria e furbetta. Pregevole l' intento di affrontare un argomento come la ricerca delle fantomatiche armi di distruzione di massa ma attribuirne il fiasco all' operato di un solo uomo ? No, troppo comodo. Greg Kinnear è un buon interprete e ha la faccia giusta per orchestrare intrighi e cospirazioni ad uso personale ma una guerra intera ? No, del resto sembra crederci poco anche lui, altrove molto più convincente. Damon invece, nei panni dell' inarrestabile e puro Capitano Miller, è una vera macchina da guerra e attraversa l' intera pellicola come un toro inferocito alla ricerca di una verità inafferrabile. Funzionale ed efficace, rende discretamente l'impossibilità di rassegnazione del proprio personaggio caratterizzandolo con una componente umana che non guasta.
Aiutato o meglio, indirizzato da un trasandato e disilluso Brendan Gleeson, il caparbio soldato attraverserà un' intera nazione ostile fra operazioni di spionaggio, incursione, intelligence e recupero. Una scheggia impazzita nel deserto che lotta senza sosta mentre il cuore del conflitto è proprio all' interno di quella green zone menzionata nel titolo. Lo scoprirà solo alla fine quando l' olezzo del capro espiatorio sarà ormai insostenibile. Paul Greengrass è un cineasta di talento ; qui tenta il colpaccio ma l' inegnuità politica dello script costringe lo spettatore a ridimensionare l' intera pellicola nonostante una componente visiva potente e suggestiva. Lo stile di regia che lo contraddistingue - macchina da presa mai doma, costantemente e freneticamente attaccata ai suoi personaggi, senza contare l' uso cospicuo di sequenze girate con camera a mano - può non piacere ma si sposa perfettamente all' azione mantenendo alto sia il livello di ritmo che quello della tensione. Buono il montaggio, essenziali le musiche e credibile l' ambientazione sebbene il film sia stato girato in Marocco. In definitiva, si può affermare con certezza che l' Iraq di Greengrass non è quello della Bigelow, alienante ed impietoso. Esteticamente siamo più dalle parti del De Palma di "Redacted" ma anche qui l' accostamento è quanto mai azzardato, quello sì che era un mea culpa spietato ed oggettivo, "Green zone" si ferma ai romanzi di Tom Clancy.

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