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Smile

Regia di Francesco Gasperoni vedi scheda film

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La recensione su Smile

di mc 5
4 stelle

Già dai trailers questo thriller-horror italiano dava perfettamente l'idea di quello che sostanzialmente è: un film che pare ispirarsi all'immaginario del cinema italiano di genere degli anni 80. E allora, visto in quest'ottica, non era lecito aspettarsi qualcosa di esaltante. Il film è effettivamente modesto ma -ripeto- va giudicato secondo un metro particolare, che dìa per scontate certe ingenuità e certe approssimazioni e, se si commette l'errore di valutarlo secondo criteri e canoni consueti, si può anche percepirlo in chiave ironica e sorriderne giudicandolo ridicolo. Non è che mi sto arrampicando sugli specchi per difendere l'indifendibile, ma sto solo predisponendo il terreno per salvare il salvabile di un'opera che -di primo acchito- richiama la stroncatura. Comunque, già altre due pellicole negli ultimi mesi avevano provato a ripercorrere l'universo e lo stile del cinema di genere, con risultati non uniformi. Mi sto riferendo al sufficiente "Imago mortis" e al mediocre "Visions". La vicenda riprende gli spunti di partenza di un filone internazionale che ultimamente pare abbia fatto scuola col suo capostipite "Turistas". Abbiamo infatti anche qui il solito gruppo assortito di giovani universitari in vacanza verso mete esotiche i quali non hanno idea di quale tremendo destino li attende, salvo poi venire decimati uno dopo l'altro...Questo è quello che il filone esige ed uscire da questo schema è ipotesi non praticabile. Certo, poi dipende dai colpi di genio degli sceneggiatori (su cui non è lecito far troppo conto) e dallo stile del regista di turno (sulla cui personalità è bene non farsi troppe illusioni). Gli attori poi, sono quello che sono, naturalmente. Tutti volti sconosciuti, salvo poi credere di riconoscere (come è capitato al sottoscritto) qualche viso già intravisto in qualche serie televisiva (magari in divisa da carabiniere o da infermiere). Sarebbe facile e comodo massacrare un cast così "approssimativo", ma credo che questo tipo di recitazione in fondo sia in linea con questo genere di cinema e dunque i conti tornano e sarebbe fuori luogo scandalizzarsi. Non è questo il punto sul quale infierire. Il problema, caso mai, è che si ha il diritto di pretendere almeno una storia che stia in piedi, una sceneggiatura curata, dei personaggi che -pur scritti in modo un pò superficiale- almeno si muovano ed agiscano in maniera credibile. E qui direi che ci siamo piuttosto poco, dal momento che la vicenda evolve secondo criteri alquanto bizzarri, minando così alla base la serietà di tutta l'operazione. Esiste un termine preciso per definire questo aspetto: "sospensione dell'incredulità dello spettatore". Ecco, qui sta il punto. Se lo spettatore non vuole inalberarsi, allora sta al gioco e deve accettare perfino l'idea che i protagonisti, (pur avendo appurato che una macchina fotografica ha lo strano potere di decretare la morte di chiunque ne venga fotografato), non siano nemmeno sfiorati dal pensiero di disfarsi materialmenre dell'infausto apparecchio. No, essi trattengono l'infame oggetto fino all'ultimo fotogramma, favorendo così l'eliminazione fisica brutale e violenta di ciascun personaggio. L'ambientazione è il Marocco e presenta alcuni sfondi naturali meravigliosi, peraltro valorizzati da un'ottima fotografia. Anche se, data l'indiscutibile e suggestiva bellezza del paesaggio marocchino, si poteva sfruttare molto di più questo aspetto, mentre invece si è finito col riprendere soprattutto alberi e foreste. Parlando del cast, non si può non segnalare, in mezzo a cotanto anonimo semi-dilettantismo, un cameo di tutto rispetto, il celebre veterano di Hollywood Armand Assante, un vecchio leone ancora capace di emettere qualche ruggito, con quella sua postura che lo colloca idealmente tra un boss criminale e un attempato playboy. Fra l'altro la presenza di Assante ci riporta proprio a quegli anni '80 in cui molti thriller e "poliziotteschi" italiani erano soliti ospitare divi hollywoodiani (i primi nomi che mi vengono in mente: Henry Silva, Lee Van Cleef, Lee J. Cobb, Mel Ferrer...). Anche se, ad onor del vero, bisogna ammettere che i suddetti divi americani accordarono queste "ospitate" italiane  quando erano già nella fase discendente della loro carriera (e difatti Assante non è che sia proprio al top della popolarità attualmente...). E a questo punto, quasi come se questa recensione fosse il finale di un thriller, ecco il "twist ending" che scompiglia tutto! Ma andiamo con ordine, perchè adesso viene una sorpresa tosta. Avevo letto da qualche parte che il sig. Francesco Gasperoni -che debutta qui alla regìa- in realtà nella vita "è un chimico". E siccome questo dettaglio mi aveva umanamente incuriosito, ho indagato brevemente su internet e il solitamente esaustivo sito di cinema "MyMovies" mi ha "squadernato" una sfilza di notizie ed info varie su Gasperoni, lasciandomi in uno stato tra l'annichilito e il basito. Beh, voi non avete idea di cosa abbia combinato nella sua vita (appena quarantenne...) questo signore qua.Tenetevi forti. Autore e conduttore di programmi televisivi per Raidue. Autore musicale e titolare di un cd di genere "reggae-jazz". Doppia laurea in Farmacia e Scienze Politiche. Copywriter per importantissime aziende nazionali. Profondo appassionato/studioso della chimica, della fisica e della meccanica, nell'ambito delle quali ha compiuto studi ed esercitazioni in rami particolarmente complessi. Amministratore (nonchè curatore creativo ed artistico) di un vastissimo parco a tema collocato nei pressi di Viareggio. Fondatore di una casa di produzione da cui nasce il progetto di questo "Smile" (di cui peraltro -oltre che regista e sceneggiatore- è anche autore di parte della colonna sonora). Ma non è finita qui!! Perchè la pagina più importante è appena stata scritta e le sue conseguenze si vedranno a seguire: Gasperoni ha infatti pubblicato nel 2004 un piccolo saggio di fisica in cui elabora una sua teoria (denominata dei "Bouncers") che perfino alcuni esponenti del CNR hanno giudicato rivoluzionaria. Certo, sono discorsi -quelli di  questo libretto- ancora al vaglio della Scienza, ma di fatto hanno offerto nuovi  spunti e nuove suggestive ipotesi che potrebbero aprire orizzonti inediti all'astrofisica moderna. E, badate, non si tratta dei vanti di un eccentrico millantatore, ma teorie che la Comunità Scientifica ha ritenuto degne di approfondimento. Sentite, mettiamola così: a questo punto il film è quello che è, cioè assai modesto, ma questa regìa non è nulla in confronto al Genio che alberga nella testa di quest'uomo. 
Voto: 5

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