Regia di Guy Hamilton vedi scheda film
War movie inglese dall'alto budget (12 milioni di dollari) poi non recuperato dagli incassi. Lo produce Harry Saltzman, produttore storico della fortunata saga Agente 007 da cui arriva anche il regista Guy Hamilton. Presentato col più appropriato Battle of Britain (non traducibile in italiano perché Enzo G. Castellari aveva registrato prima il titolo per un suo film), I Lunghi Giorni delle Aquile è un'esaltazione delle qualità degli Spitfire, i formidabili caccia della Royal Air Force. Buona parte della pellicola, infatti, è focalizzata sugli spettacolari, ma troppo ripetuti, combattimenti aerei. Vediamo gli Stuka tedeschi bombardare Londra, esplodere in aria, precipitare sulla spiaggia o inabissarsi nell'oceano e ancora inquadrature dall'interno della cabina di pilotaggio e controcampi sul pilota crivellato dai proiettili. Inquadrature ed effetti notevoli, realizzati con grande dispendio di mezzi. Hamilton propone inquadrature di ogni tipo e offre una visione, per l'epoca, a dir poco eccezionale. Notevole la fotografia notturna con i lampi delle esplosioni e la ricostruzione aerea della Londra incendiata. Piace assai meno, invece, la sceneggiatura, che ha la sola funzione di cucire le varie battaglie aeree, con Goering che si scalda contro i suoi per l'incapacità di conquistare i cieli inglesi.
Buone le musiche. Resta una grande dimostrazione di pellicola spettacolare per la regia e il montaggio, ma con poca storia a supporto.
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