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The Women

Regia di Diane English vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Women

di pin up girl
5 stelle

Se cercate un film pieno di cliché, ecco, allora questo è il giusto film da guardare.
Premetto che ci saranno spoiler, perciò se non lo avete ancora visto...
Che dire, la classica storia che fa il verso a "Sex and the City", raccattando un po' ovunque pezzi di sceneggiatura di altri film dello stesso genere, ma realizzati meglio.
Ogni personaggio è stereotipato fino all'inverosimile e perciò, protagonista a parte ( Meg Ryan), risulta abbastanza vuoto.
Ma parliamo della protagonista della vicenda "amorosa"... In pratica questa povera disgraziata, donna multitasking, dedita alla famiglia in senso lato e non, lavora per il padre, mette al primo posto il marito, ma nel mentre, si dimentica della figlia...
Più si va avanti con il film, più si cerca di riscattarla, MA... Eh sì, c'è un grosso MA! Dopo il tradimento subito da parte del marito, Mary, è questo il suo nome, in principio reagisce in maniera abbastanza lucida, quasi surreale, dopodiché, al confronto con i pareri di terze persone (amiche e familiari), va in crisi e solo allora "si accorge" che lei nella vita non ha combinato nulla...
Già questo fattore stride con la linea iniziale che era stata data al personaggio; ve la ricordate la donna multitasking? Beh, a metà film, lo sceneggiatore decide che la povera Mary è una fallita. Da qui, dopo varie vicissitudini, si parte alla scoperta dei desideri della protagonista che va alla ricerca di sé stessa e fin qui voi direte, tutto ok, è una linea narrativa apprezzabile E INVECE NO! Perché dopo vari dialoghi che sono presenti già all'inizio del film, si fa passare il messaggio che se nella vita "NON HAI SUcCESSO", allora conti meno di zero.
Che dire... bello scivolone! 
Si passa dal politically correct dove si afferma che ogni donna vale perché è unica, allo pseudo-femminismo dilagante, in cui se non ti affermi "facendoti da sola" sul lavoro, allora non meriti rispetto, stima, considerazione e questo lo vediamo sia nel rapporto di Mary con le amiche, ma soprattutto nel rapporto con la figlia!
Figlia anch'essa problematica, con evidenti problemi di anoressia, che alla fine del film scompaiono magicamente, nonostante la ragazza venga introdotta, anche se di riflesso, nel mondo della moda, dov'é circondata da modelle anoressiche che lei tanto ammira...
Fate 2+2... Non la sentite anche voi la nota stonata?
E che ne è stato del mantra: "vali perché sei unica, perché sei te stessa", concetto espresso più volte nel film? Anche nei titoli di coda!
Va buttatto alle ortiche anche quello! Eh sì, perché durante la storia, vediamo la protagonista passare da "donna che se ne frega della moda e si veste come cavolo le pare" a "donna che, senza rendersene conto (ma lo spettatore se ne rende conto benissimo!) si uniforma al resto delle donne fatte con lo stampino, schiave dei brands e del concetto 'questo è sexy, quest'altro no' ".
In conclusione si approda ad un finale surreale, dove tutta l'emancipazione va a farsi benedire e si ricade sul trito e ritrito concetto che perdonare un bel paio di corna, sia la cosa migliore da fare.
1h e 49min che avrei potuto usare in un modo più costruttivo; l'unica sequenza che salvo, è quando Mary va alla ricerca del proprio 'Io' e c'è una clip, molto suggestiva a mio parere, accompagnata dal brano "Someday Soon" di K. T. Tunstall, che fa molta atmosfera e che vi consiglio di ascoltare.

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