Regia di Richard Lagravenese vedi scheda film
Ennesima incursione hollywoodiana nel campo delle scuole problematiche di periferia. Il film riesce a non cadere in molti degli eccessi tipici del genere ma non è comunque immune da stereotipi. Eccellente la prova di Hilary Swank.
Un'altra eroica insegnante in un'altra scuola problematica in un altro poco fortunato sobborgo di un'altra metropoli statunitense. Questo in pratica il sunto di “Freedom Writers” diretto dal poco noto (come regista quanto meno) Richard Lagravenese. Il film, co-prodotto da MTV, prende spunto da una storia vera, ma prende anche troppo presto la direzione di dramma e redenzione tutto in una scena (vi è letteralmente una scena turning-point che non descrivo per evitare spoilers, ma che nell'economia del racconto suona tanto autentica quanto una moneta da tre euro) ad uso e consumo di un pubblico televisivo. Ora, non tutto è da buttare, interpretazione della straordinaria e spesso sottovalutata Hilary Swank in primis, e rispetto ad altre pellicole a tema analogo non si eccede quasi mai né in irreali situazioni di violenza estrema e spettacolare né in continui travasi di melassa (che pure avvengono, comunque). Insomma, non certo un film da custodire gelosamente in videoteca, ma quanto meno un'opera che va a situarsi nella parte nobile della classifica di un sotto-genere, quello Scuola Problematica trattato con sempre maggior frequenza da Hollywood, ma con risultati generalmente molto, molto modesti.
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