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Balls of Fury

Regia di Robert Ben Garant vedi scheda film

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La recensione su Balls of Fury

di supadany
3 stelle

Preambolo. Come per gli horror, e per altri motivi (almeno lì c’è l’attenuante del sovraffollamento), il territorio del demenziale è uno dei peggiori terreni cinematografici degli ultimi anni da cui pescare.

Come spesso purtroppo accade, in questo caso sembra che quanto si vede sia frutto esclusivamente di gags estemporanee, ma anche in tal senso manca il talento per far sì che ciò possa portare a qualcosa di buono.

Da tempo Randy (Dan Fogler) se la passa male, ma improvvisamente viene reclutato per una missione segreta che gli consentirebbe di vendicare la morte del padre ai danni dello spietato Feng (Christopher Walken).

Per farlo però deve ritrovare la forma (da sempre) perduta nel gioco del ping-pong, per questo verrà in aiuto Maggie (Maggie Q) ed i risultati lo porteranno direttamente all’interno della misteriosa base di Feng.

 

 

Parodia in salsa ping-pong, qualche volta si ridacchia anche (con tutte le volte che ci si prova però non è molto), ma più che altro per il senso di inadeguatezza generale che si registra.

Si procede a vista, e si fa anche finta di non vedere, si rischia seriamente di essere più volte inutilmente patetici e soprattutto più si va avanti più le cose peggiorano fino ad un finale vulcanico nei movimenti e detestabile nei fatti.

Un altro problema è Dan Fogler, chiamato ad essere protagonista assoluto, e quindi trascinatore, ma la sua “verve” non ha nulla a che vedere con i leader del genere, anzi spesso è quasi un detonatore al contrario.

Ma soprattutto una domanda a monte è inevitabile; per quale diavolo di motivo un attore di razza superiore qual è Christopher Walken ha accettato di partecipare ad un film del genere?

Un classico mistero insondabile, tra l’altro la sua presenza nella seconda parte corrisponde alla deriva definitiva.

Dunque, si tratta di un vero disastro, realizzato con palese pressapochezza, come se fare un film demenziale potesse essere uno scherzo improvvisato, in realtà dietro ai “cult” del settore c’è un grande lavoro e tanto talento in scena, cose che in questo caso sono vicine all’assenza totale.

Facilmente denigrabile. 

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