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I Could Never Be Your Woman

Regia di Amy Heckerling vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su I Could Never Be Your Woman

di Paul Hackett
6 stelle

Produttrice televisiva, ultraquarantenne ma ancora piacente (e vorrei anche vedere, cavolo... è Michelle Pfeiffer!), perde la testa, ampiamente ricambiata, per un giovane e brillante comico: a contrastare il loro amore si metteranno le trame malevoli di una segretaria intrigante e i consigli pedanti e perbenisti di una fantasmatica "Madre Natura". Se qualche anno fa mi avessero detto che la divina Michelle Pfeiffer avrebbe avuto in un film come coprotagonista Paul Rudd, comico della scuderia di Judd Apatow, bravino ma abbonato a ruoli di spalla o comunque di secondo piano, probabilmente mi sarei messo a ridere: e invece, imponderabilmente, la pellicola in questione è stata girata e la coppia Pfeiffer/Rudd funziona sorprendentemente bene, costituendo il vero valore aggiunto di una commediola sentimentale, simpatica e frizzante, ma sostanzialmente priva di particolare interesse (in effetti sembra di assistere alla puntata pilota di un nuovo serial-tv). Cast ricchissimo, divertito e divertente, nel quale spiccano, oltre i già citati protagonisti, la giovanissima Saoirse Ronan, il veterano (sempre purtroppo sottovalutato) Jon Lovitz, la brava Tracey Ullman, e la bella inglesina Sarah Alexander, già protagonista dell'eccellente "Coupling", un po' il "Friends" inglese, sit-com spassosissima, pungente e sessualmente esplicita. Interessante la fotografia ipersatura del veterano Brian Tufano, già al lavoro con Danny Boyle per "Trainspotting" e "Una vita esagerata", e in altre commedie british come "East is East" e "Billy Elliot". Dirige Amy Heckerling (anche autrice della sceneggiatura) navigata regista e donna di cinema, la cui carriera (da anni serenamente declinante) ha probabilmente avuto il suo apice commerciale una ventina di anni fa con il blockbuster "Senti chi parla". Bella la colonna sonora, con Blink 182, diversi brani dei Cure e "Your woman", la maggiore (ed anche unica) hit degl'inglesi White Town, a scandire con il suo ritornello il titolo originale del film ("I can never be your woman"). In definitiva una commedia sentimentale piacevole e godibilissima, ancorché abbastanza prevedibile e priva di grandi guizzi: voto di abbondante sufficienza.

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