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Il padrone e l'operaio

Regia di Steno vedi scheda film

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La recensione su Il padrone e l'operaio

di marcopolo30
4 stelle

Una critica sociale davvero flebile e ricca di stereotipi sommata ad un carico piuttosto modesto di comicità per quello che resta uno dei prodotti meno riusciti del periodo d'oro di Steno.

Un Pozzetto biondo platino costantemente incazzato, padrone sì, ma con problemi di ulcera e -peggio che peggio- di erezione contrapposto ad un Teo Teocoli operaio povero (e baffuto) ma trombatore impenitente. La flebilissima critica sociale dal discorso quanto mai scontato, e cioè: il ricco ha i soldi ma soffre, l'operaio è povero ma se la gode, fa da colonna portante a una delle commedie meno riuscite del periodo d'oro di Steno. Vanzina senior lavorava d'altronde al ritmo di due pellicole l'anno e la qualità non poteva essere sempre quella dei coevi “Piedone lo sbirro” o “Febbre da cavallo”. Qui la comicità scarseggia, si sorride in un paio di occasioni e si ride di gusto forse solo nella breve sequenza degli escamotage inventati dalla moglie di Pozzetto per tornare a risvegliare in lui la libido. Steno pensa bene di tirare un paio di stoccatine anche ai sindacati e alla (sacrosanta) lotta operaia, e questo è direi ulteriore titolo di demerito per un'opera già parecchio traballante. In ogni caso il film fece faville al botteghino, chiudendo la stagione 1975/76 al decimo posto assoluto. Una curiosità, nei titoli di coda appare il nome di Loredana Bertè, ma non sono però riuscito ad indivduarla nella pellicola.

 

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